Rispetto ad altri esperimenti di derivazione di romanzi da un gioco di ruolo (gdr), questo ha la particolarità di avere avuto una stesura contemporanea al gioco. Mentre in altri casi una o più sessioni di gioco comunitario sono state raccolte da un singolo cronista, in L’Angelo Nero tutta l’azione viene raccontata insieme e simultaneamente da giocatori e master in forma narrativa, in terza persona ma soprattutto per iscritto sin dal principio.
I brani scritti in maniera indipendente da master e giocatori in due anni di gioco sono stati “cuciti” insieme e suddivisi in capitoli. Ne è nato un vero romanzo, ma non c’è un solo autore. Tutti i giocatori sono anche autori, anzi, “giocautori”, ciascuno responsabile di azioni e scelte di gioco ma anche dello stile narrativo e del carattere del proprio personaggio. A rendere tutto più complicato, i giocautori hanno scritto L’Angelo Nero senza conoscere la storia che stavano contribuendo a costruire. Come in ogni gdr, ciascuno sapeva solo ciò che il proprio personaggio conosceva, spesso agendo in contrasto con la trama immaginata dal master ed obbligandolo ad adattarla di continuo alle evoluzioni che i giocatori davano alla storia.
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