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L’Angelo Nero: dal gioco di ruolo al romanzo fantasy

L’Associazione culturale ludico-letteraria LiT presenta L’Angelo Nero, un romanzo tratto da un esperimento che coniuga gioco e scrittura. Questa storia fantasy è infatti ispirata e tratta dall’avventura di gioco di ruolo svoltasi sul play by forum luxintenebra.net. L’Angelo Nero è il secondo risultato tangibile di un modo diverso di intendere il gioco di ruolo, iincentrato più sull’aspetto narrativo-letterario che su quello tradizionale di interpretazione in prima persona. 

Rispetto ad altri esperimenti di derivazione di romanzi da un gioco di ruolo (gdr), questo ha la particolarità di avere avuto una stesura contemporanea al gioco. Mentre in altri casi una o più sessioni di  gioco comunitario sono state raccolte da un singolo cronista, in L’Angelo Nero tutta l’azione viene raccontata insieme e simultaneamente da giocatori e master in forma narrativa, in terza persona ma soprattutto per iscritto sin dal principio.

I brani scritti in maniera indipendente da master e giocatori in due anni di gioco sono stati “cuciti” insieme e suddivisi in capitoli. Ne è nato un vero romanzo, ma non c’è un solo autore. Tutti i giocatori sono anche autori, anzi, “giocautori”, ciascuno responsabile di azioni e scelte di gioco ma anche dello stile narrativo e del carattere del proprio personaggio. A rendere tutto più complicato, i giocautori hanno scritto L’Angelo Nero senza conoscere la storia che stavano contribuendo a costruire. Come in ogni gdr, ciascuno sapeva solo ciò che il proprio personaggio conosceva, spesso agendo in contrasto con la trama immaginata dal master ed obbligandolo ad adattarla di continuo alle evoluzioni che i giocatori davano alla storia.

Ciò spiega come mai, per esempio, situazioni in cui ci si sarebbe aspettati un maggiore impegno vengano invece tralasciate, mentre episodi tutto sommato marginali vengano prolungati in maniera inaspettata. Queste lievi instabilità della trama rappresentano l’aspetto più interessante di tutto l’esperimento: infatti, nonostante la “cecità” dei giocatori rispetto all’intreccio e l’obbligo del master a cambiarlo spesso, il romanzo “tiene”, scorre lungo un percorso narrativo coerente. Per precisa scelta editoriale la revisione applicata ai testi originali dalle curatrici Francesca Garello e Vania Russo si è limitata a eliminare ripetizioni o binari morti, senza adattare lo stile dei vari autori ad un modello unico. Parte del divertimento nella lettura, infatti, deriva anche dallo stimolo a riconoscere la mano di questo o quel giocautore nel tessuto narrativo.
 
Un gioco nel gioco. Il libro raccoglie i frutti di un altro “gioco”. La copertina è stata realizzata con il disegno, opera di Nino Ninotti, classificatosi al primo posto nel concorso Dalla Parola all’Immagine, bandito dall’Associazione nel 2008 proprio per regalare una degna cornice artistica al romanzo. La prefazione di Andrea Angiolino, “Personalità ludica dell’anno” nel 2008, inventore di giochi e autore di narrativa fantastica, sottolinea la duplice natura ludica e letteraria del libro ed aggiunge valore all’esperimento portato avanti attraverso il romanzo. 
Satyrnet

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