AMNèSIA di Gabriele Salvatores

Tre giorni a Ibiza fra locali, discoteche droga , pornografia. Tre giorni visti da due ottiche diverse che si incrociano ma non si intrecciano del tutto. Una miriade di personaggi , dal regista porno che incontra la figlia dopo anni e riscopre a cinquant’anni lo spirito paterno, al figlio del capo della polizia ben lontano dal modello paterno che così perfetto non è. E poi il mondo dello spaccio della droga. I personaggi agiscono in un intreccio abbastanza fitto che si risolve con unclassico happy end. Il film scorre molto bene e con piacevolezza. Grazie ad  Abatantuono non mancano i momenti di ironia. Rubini interpreta perfettamente un ruolo che sfiora il grottesco. Martina Stella conferma la sua freschezza e il suo fascino, peccato per l’inflessione toscana alla quale non riesce a  rinunciare e che costringe gli sceneggiatori a crearle sempre un alibi. Un particolare merito va ad Alessandra Martines per la sua  intensità. Salvatores strizza l’occhio a molti registi e vari generi. Antonia San Juan e tutte le figure che popolano la villa del pornografo ricordano le atmosfere almodovariane , la gang del figlio del poliziotto incarna lo stereotipo dei ribelli figli di papà con un linguaggio che richiama, forse involontariamente, Arancia Meccanica; le vicende legate alla droga non sono troppo distanti da The snatch, soprattutto nel montaggio finale e nell’utilizzo dei riquadri. La prima parte risulta più sentita e anche la regia è più distesa e piacevole. Ellissi e jump-cut sono usati con intelligenza e funzionalità. La seconda parte ,quella che segue i giovani impasticcati è un po’ forzata e talvolta fastidiosa. L’abbondanza del materiale rende il film ricco e mai noioso ma fa perdere il contatto con la psicologia dei personaggi con le realtà interiori, rendendo il film carino e simpatico ma non profondo. Va reso merito a Salvatores per aver realizzato un film privo di qualsiasi inutile intellettualismo e narcisismo che infiacchiscono il cinema italiano , però siamo più vicini alle atmosfere de L’ultimo Bacio che quelle dei suoi precedenti film ricchi di poesia e bagnati da una certa malinconia completamente assenti in Amnèsia.

di Valeria PEA Doddi

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