Se siete alla ricerca di un manga che non faccia sconti, che mescoli azione e riflessione con una spruzzata di violenza ben dosata, Akame ga Kill! è proprio ciò che fa per voi. Scritto da Takahiro e disegnato da Tetsuya Tashiro, questo manga ha fatto il suo debutto sulla rivista Gangan Joker di Square Enix nel 2010, per poi concludersi nel 2016 con ben 15 volumi. In Italia, è stato portato da Planet Manga di Panini Comics, mentre negli Stati Uniti i diritti sono stati acquisiti da Yen Press. Non solo un successo editoriale, ma anche un anime prodotto da White Fox che ha visto la luce nel 2014, portando la storia di Akame ga Kill! su schermo con un adattamento anime che ha saputo conquistare anche i fan più esigenti.
La storia: una lotta contro un impero corrotto
L’avventura inizia con tre giovani amici, Tatsumi, Ieyasu e Sayo, che lasciano il loro villaggio in rovina con la speranza di trovare fortuna nella capitale dell’impero. Ma, come spesso accade nelle storie che non hanno paura di essere crudeli, quello che sembra l’inizio di una fiaba si trasforma ben presto in un incubo. Tatsumi arriva da solo nella capitale, trovandosi derubato, ingannato e abbandonato, con l’idea che la grande città sia il posto giusto per riscattare la sua terra natale che ormai sembra essere destinata alla rovina. Ma, come ci si può aspettare, la realtà è ben diversa da quella che aveva immaginato.
A un certo punto, Tatsumi si ritrova ospite di una famiglia benestante che sembra volergli dare una mano. Quello che inizialmente sembra un colpo di fortuna, però, si rivela ben presto essere un inganno. La famiglia che lo ha accolto è infatti composta da mostri mascherati da esseri umani, che rapiscono viandanti per torturarli a morte. Ed è proprio qui che Tatsumi scopre che i suoi amici, Ieyasu e Sayo, sono diventati le ultime vittime di questo crudele gioco. Arrabbiato e devastato, Tatsumi uccide l’ultima sopravvissuta e si unisce al gruppo di assassini ribelli noto come Night Raid, un gruppo impegnato a rovesciare il governo corrotto dell’Impero, sperando di poter finalmente portare giustizia.
I punti di forza: una trama solida e ben costruita
Ciò che colpisce subito di Akame ga Kill! è la sua trama, che pur non essendo particolarmente complessa, si rivela solida e ben costruita. Ogni capitolo si incastra perfettamente con il successivo, dando al lettore la sensazione di assistere a un’opera che ha un inizio, uno svolgimento e una fine ben definiti. Il mondo creato da Takahiro è semplice, ma funzionale alla storia che si vuole raccontare: un impero malvagio, popolato da creature pericolose e uomini senza scrupoli, contro cui si scontrano i protagonisti, che, pur tra mille difficoltà, cercano di cambiare le cose.
I personaggi sono un altro grande punto di forza del manga. Ognuno di loro ha una personalità ben definita, ma ciò che colpisce è come queste personalità vengano messe alla prova durante il corso della storia. Ogni membro del Night Raid ha una propria motivazione e un modo unico di combattere, rendendo ogni scontro un momento ricco di emozioni e colpi di scena. Non si tratta di lotte brutali e basta, ma di confronti che mettono in luce la forza interiore dei personaggi, i loro sogni e le loro delusioni.
Un altro aspetto che mi ha particolarmente colpito è il sistema di combattimento basato sui Teigu, armi magiche uniche che donano ai personaggi poteri straordinari. Ogni Teigu è legato a un personaggio specifico, e questo aggiunge un ulteriore livello di strategia agli scontri, evitando la monotonia che spesso affligge i manga di combattimento, dove i protagonisti tendono ad acquisire continuamente nuovi poteri. Qui, ogni combattimento è diverso e ogni personaggio ha una capacità unica, che viene utilizzata in modo intelligente, senza il bisogno di ricorrere a power-up improvvisi e poco giustificati.
Violenza sì, ma con un equilibrio
Non si può parlare di Akame ga Kill! senza accennare alla violenza. Il manga non si risparmia in questo senso, con scene di combattimento intense e spesso cruente. Ma ciò che sorprende è che questa violenza non è mai gratuita. Ogni morte, ogni ferita ha un senso, e non c’è mai un momento in cui la crudeltà diventa un fine in sé. Anzi, spesso i momenti più violenti sono bilanciati da riflessioni, attimi di umanità o anche di leggerezza, come a ricordarci che anche nei mondi più oscuri ci sono sprazzi di luce.
Anche il filone romantico, pur presente, non scivola mai nel melodramma. Le storie d’amore che emergono tra i protagonisti sono genuine, ma mai eccessive. Non si ha mai la sensazione che la parte romantica sia stata inserita per “tirare fuori” un po’ di emozioni facili: si sviluppa organicamente e con il giusto equilibrio rispetto agli altri temi.
L’eredità e il prequel
Se siete appassionati di Akame ga Kill!, non potete perdervi Akame ga Kill! Zero, un prequel che esplora la storia di Akame prima degli eventi narrati nella serie principale. Pubblicato tra il 2013 e il 2019 su Big Gangan, il prequel getta luce sul passato oscuro di uno dei personaggi più complessi del manga, arricchendo ulteriormente l’universo narrativo senza mai tradire l’essenza della serie principale.
Akame ga Kill è un manga che, pur non brillando per originalità, riesce a conquistare il lettore con la sua trama ben strutturata, personaggi memorabili e un sistema di combattimento che sa come intrattenere senza scadere nel banale. Non è il miglior manga che abbiate mai letto, ma è di sicuro uno che riesce a fare il suo lavoro in modo impeccabile, mischiando azione, riflessione e giustizia in un equilibrio che non lascia indifferenti. Se cercate un manga che vi faccia riflettere su giustizia e violenza, con un po’ di azione e sangue, allora Akame ga Kill è ciò che fa per voi.