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Harry Potter e i libri stregati

La lunga saga di Harry Potter ha coinvolto milioni di lettori in tutto il mondo, è stato un evento editoriale di enorme portata, una serie di eventi anzi, una concatenazione di successi che ha trasformato un romanzo, una storia per ragazzi, in un fenomeno di massa. Harry Potter è entrato in quasi ogni casa, e non certo a forza. Non ha bussato alla porta, è stato semplicemente fatto entrare. Il suo nome ha circolato di bocca in bocca, fra gli appassionati e chi lo ha criticato, fra gli scettici e i curiosi.

Attorno al piccolo mago di Hogwarts si è sviluppato un giro di affari spaventoso. E’ passato senza quasi neanche accorgersene dalla carta stampata alla celluloide. Se prima era soltanto un nome su un foglio di carta, se viveva nella nostra immaginazione, se prima a dare un volto a quel nome eravamo noi lettori, in breve il cinema ci ha imposto il suo aspetto: gli occhiali tondi, la cicatrice, i capelli lisci a coprirla, la sua espressione, la voce hanno sostituito tutto ciò che la nostra fantasia aveva creato. Se prima esistevano tanti Harry Potter quanti erano i suoi lettori, adesso ne esiste uno per tutti: ne resterà soltanto uno! …come una sorta di highlander il personaggio cinematografico di Harry Potter ha vinto la battaglia sull’immagine personale che ognuno di noi aveva disegnato nella propria mente. E così libro e film hanno viaggiato di pari passo, su due binari paralleli, su due parallele aspettative.

Non è difficile intuire da cosa è stato determinato il successo di Harry Potter. La saga, il suo inizio prima di tutto, possiede ogni ingrediente per una ricetta editoriale in grado di stuzzicare l’appetito di ogni lettore: un orfano, una misteriosa scuola di magia in un’altra dimensione, un intero mondo magico, una serie di singolari ed impossibili personaggi, il male che giunge improvviso e i buoni sentimenti che hanno il sopravvento sulle avversità. Un mosaico di elementi che si incastonano l’uno all’altro perfettamente fino a formare una storia avvincente ed originale.

Harry Potter, l’orfano

La situazione familiare di Harry Potter è tale da destare immediatamente curiosità e solidarietà. Un bambino che non ha neanche conosciuto i propri genitori, costretto ad abitare con parenti che non lo sopportano, relegato in un sottoscala, mal voluto e solo: è in questo triste scenario che si va formando il carattere di Harry Potter, che si plasmano i suoi ideali, che la sua onestà si riveste di una corazza indistruttibile.

Harry Potter è l’orfano: il segreto della sua fama è racchiuso in quella parola. E quella parola scotta. Nessuno, nel mondo magico, ignora la sua storia, la storia della sua infanzia, nessuno ignora cosa sia capitato ai suoi genitori e perché. Harry Potter, quando fa il suo ingresso nel mondo magico, è già famoso. Si porta dietro, inconsapevolmente, una sanguinosa scia di omicidi e magia nera. Ma si porta dietro anche una speranza.

L’orfano ritroverà la famiglia perduta. Attorno a lui non attirerà solo curiosi e nemici, ma anche validi alleati. Un silente esercito che farà sentire la sua forza e la sua determinazione, che farà parlare di sé, che sarà temuto e ostacolato.

Harry Potter non passa inosservato. Al suo passaggio sguardi e mormorii si levano ovunque. E’ più che naturale, quindi, che neanche il suo passaggio nel nostro mondo, nel mondo reale, passasse inosservato.

Harry Potter e la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

Non è soltanto una questione di magia. E’ un ritorno alle antiche atmosfere, ai racconti narrati davanti al camino, alla fantasia popolare, al folclore e alle tradizioni. Gli scenari di Hogwarts e delle limitrofe località ci dipingono un’Inghilterra fantastica e favolistica, un mondo dove tutto è possibile.

Il castello ha da sempre suscitato un vivo interesse nel pubblico, sia per l’alone di mistero ed antichità che lo avvolge sia per quell’aura di terrore che lo ha da sempre contraddistinto. Dimora ancestrale di signori e reggenti, teatro di battaglie ed assedi, pittoresca architettura che impone la sua presenza secolare non sfigurando mai di fronte alle moderne simmetrie.

Hogwarts ha il mistero che attrae e il calore di una famiglia. E’ lo scorrere di un diario scolastico che ripercorre le vicissitudini di studenti alle prese con un potere più grande di loro. E’ anche su questo aspetto che ha giocato la Rowling: ha narrato di scuola senza annoiare, ha scritto di lezioni ed esami tenendo col fiato sospeso i suoi lettori, perché ogni lezione aveva un che di magico, creava aspettativa, suspense.

I giorni trascorsi ad Hogwarts sono un susseguirsi di elementi quotidiani ed unici ad un tempo, che si alternano e mescolano in un tripudio di colpi di scena: professori ed alunni, foreste stregate e centauri, lezioni ed esami, i momenti sporadici ma intensi nella capanna di Hagrid ai margini della Foresta Proibita, il ritorno a casa durante le festività e le vacanze estive, le scorribande nei meandri segreti del castello, le lotte e le battaglie contro le forze oscure.

In questo miscuglio di scene e situazioni il lettore resta rapito dalle pagine dei libri, come se fossero stregati. E forse è proprio così, forse la Rowling ha intessuto di un pizzico di magia, anzi di stregoneria, i sette libri di Harry Potter, creando un incantesimo che non può essere rotto.

Harry Potter e il Mondo Magico

Harry Potter ha vissuto la sua infanzia nel mondo dei Babbani, il nostro, quello reale in poche parole. Il suo ingresso nella società magica è stato ostacolato dai suoi parenti, ma infine un ingresso c’è stato. L’entrata in scena di Harry Potter nel mondo magico ha giocato un ruolo importante nell’intera storia, un ruolo delicato, che non poteva fallire la sua missione, pena il crollo dell’intera saga.

I romanzi di Harry Potter, classificati come fantasy, non ricadono propriamente nell’accezione più comunemente conosciuta e diffusa del termine. Da un fantasy ci si aspetta un mondo fantastico, partorito cioè dalla fantasia dello scrittore, luoghi immaginari popolati da strane creature ed umani. Mentre Harry Potter abita semplicemente al numero 4 di Privet Drive, in una cittadina, seppur inventata (Little Whinging), nelle vicinanze di Londra.

Non sa nulla di magia e stregoneria, di maghi e creature magiche, di bacchette e manici di scopa. Non sa nulla neanche il lettore di tutto questo né deve saperlo. E’ questo il segreto. Il suo mondo ci viene prospettato come un mondo “normale”, dove gli uomini conducono la propria esistenza come meglio possono, come la vivono i lettori stessi.

Harry Potter conosce la magia nel momento stesso in cui la conosce il suo lettore. Le sue sensazioni e il suo scetticismo sono quelli del lettore. La Rowling li introduce al mondo magico improvvisamente ma con studiata armonia. Tutto accade nel momento in cui deve accadere, tutto si svolge secondo un preciso schema, ed Harry Potter e il lettore non hanno più dubbi: la magia esiste.

Harry Potter e le Creature Magiche

Nella letteratura fantastica le creature magiche, comprendendo in questo insieme i mostri, le razze dotate di poteri straordinari, ogni essere vivente che si discosti dalla cosiddetta normalità, hanno da sempre giocato un ruolo determinante nella trama.

L’apparizione in scena di una creatura fantastica, leggendaria, ha molteplici scopi. Crea innanzitutto curiosità. Il lettore ne ha sentito parlare perché frutto di leggende, di racconti popolari. Fa parte della sfera dell’Ignoto: una sorta di buco nero che attrae ogni cosa. Crea tensione. Una creatura pericolosa porta scompiglio, azione, decisioni improvvise. Avvince il lettore e non lo fa staccare dal libro. Crea un intervento risolutore. Come il deus ex machina del teatro greco, una creatura fantastica giunge improvvisa a risolvere una situazione senza via d’uscita.

Dalle creature pericolose e non troppo legali allevate dal gigantesco Hagrid ai Centauri, dai draghi imprigionati agli Elfi domestici, nei libri di Harry Potter ritroviamo i personaggi delle vecchie leggende accanto ad altri, nuovi portenti della natura. Sono creature temute ed amate, che arricchiscono la storia e rendono gli avvenimenti più completi.

Harry Potter e Voldemort

E’ l’eterna lotta fra il Bene e il Male. E’ l’innocenza costretta a difendersi dall’anima nera. E’ la base su cui si fonda la letteratura fantastica, le fondamenta su cui erigere l’intera storia, gli episodi, gli avvenimenti.

Nel suo aspetto fanciullesco, indifeso, pulito, Harry Potter non può immaginare né accettare la sua missione. La proporzione Potter-Voldemort non sembra lasciare dubbi sulla sorte del primo. La differenza è schiacciante. Lo è perché Harry Potter è il vero eroe della storia. La figura del ragazzo-che-è-sopravvissuto si incarna a perfezione nel suo ruolo, che si discosta dall’antica iconografia eroica che vedeva nel campione figure tutto muscoli e forza bruta. Harry Potter rappresenta il vero riscatto del bene, che non ha bisogno della forza fisica per imporsi sul male.

Il binomio Potter-Voldemort è il filo conduttore dell’intera saga. Tutto ha inizio quando la storia è già cominciata, sebbene all’oscuro di Harry. Il suo passato, che ritorna nel corso della storia, è il prologo che non è stato scritto. Lo si legge fra le righe, lo si apprende di volta in volta durante la vicenda, ora raccontato da un personaggio ora da un altro, e si completa soltanto al termine degli eventi.

Il prologo inesistente è il cuore della saga. Un altro espediente della Rowling, che ha saputo costruire in maniera efficace su un antefatto non narrato sette romanzi che non hanno tradito nessuna aspettativa. La storia procede da sé, lungo la strada aperta da quell’antefatto, si sviluppa, si dirama, si conclude. Il prologo diviene così epilogo: tutto il resto scompare, si annulla, sembra non essere mai esistito. Harry Potter era di fronte a Tom Riddle, bambino incosciente ed inconsapevole, e si ritrova di fronte a Tom Riddle, ragazzo ormai maturo, ma questa volta cosciente e consapevole.

Due attori che si incontrano di nuovo, ma su un differente palcoscenico. Amici e nemici divengono improvvisamente spettatori dell’ultima battaglia, estranei a ciò che stanno osservando. Ed il prologo torna a vivere, la sua non-narrazione esce dalla clandestinità in modo che tutti, protagonisti e lettori, possano assistere ad un evento accaduto anni prima, un evento che si ripete, ma con una forza d’urto decisiva ed impressionante.

Harry Potter, Ron, Hermione e l’esercito silente

Harry Potter non può combattere la sua battaglia da solo. Ha bisogno di alleati, non solo di nemici. E gli alleati devono esser scelti con cura. Ron Weasley, un ragazzo la cui famiglia non è certo benestante, viene da un ambiente semplice, quindi puro. Hermione, figlia di genitori babbani, intelligente, studiosa, è il lato riflessivo del gruppo. Si può affermare che siano uno l’opposto dell’altra, e come due opposti si attraggono. Insieme saranno le due coscienze di Harry Potter, l’uno, per solidarietà maschile, tende ad assecondarlo, l’altra, nella sua posatezza, responsabile e dotata di maggior giudizio, riporta Harry dentro i binari.

Sono due elementi essenziali nell’intera saga. Sono i compagni di viaggio, ma anche di tante battaglie e scorrerie nei corridoi bui della scuola, da cui Harry non si separa. Si completano a vicenda, un trio onnipresente che riesce dove Harry da solo non sarebbe riuscito.

La Rowling ha introdotto quindi nella lunga storia di Harry Potter dei personaggi chiave, con i quali ha potuto, sapientemente, aprire una serie innumerevole di porte all’interno della narrazione.

L’esercito silente ha nel trio Harry, Ron e Hermione la sua prima e massima rappresentanza. Ma si arricchisce poi di altri personaggi, di altri studenti della scuola, che divengono così nuovi alleati. E’ l’Esercito di Silente, che agisce nell’ombra e nel silenzio, un movimento nato per contrastare il male, e che verrà esso stesso contrastato.

I piccoli riescono là dove i grandi non hanno nemmeno osato pensare. E i lettori sono gli stessi membri dell’esercito silente, sono studenti o adulti che conducono una vita media, nessuno è un eroe, nessuno ha grandi battaglie da combattere, ma diritti da far rispettare sì, ingiustizie subite anche.

I segreti di Harry Potter

E’ su questo che ha puntato la Rowling: ha reso il lettore protagonista delle sue storie. Harry Potter è il lettore stesso, ognuno di noi rivede se stesso proiettato nelle pagine dei libri, rivive la sua infanzia, il periodo della scuola, le amicizie, le delusioni e i nemici.

La saga di Harry Potter è un tributo all’amicizia, ai buoni sentimenti, al bene che contrasta e sempre dovrà contrastare il male. In una sorta di rivoluzione contro il potere di autorità superiori, il lettore partecipa e parteggia per Harry e i suoi amici, lo segue e favoreggia dall’inizio alla fine.

La Rowling ci lancia un messaggio inequivocabile: lottare, senza arrendersi, per far vincere la giustizia. Ha costruito una saga su questo messaggio. Lo ha ribadito in ben sette libri. Ha creato un personaggio divenuto un fenomeno editoriale, ne ha fatto la speranza di tutti.

Harry Potter è l’eroe immortale di cui si parlerà sempre. Nel bene e nel male. E’ il ragazzo-che-è-sopravvissuto. E’ il personaggio che sopravviverà.

Informazioni sull’Autore

Daniele Imperi – Sono un blogger e mi occupo di gestione di contenuti per blog e siti. Ho competenze in scrittura per il web, SEO.

Fonte: Article-Marketing.it

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