E’ da poco che ho rigiocato ad un videogioco che ha accompagnato la mia adolescenza: Star Wars – Shadows Of The Empire. Ricordo che da ragazzo rimasi impressionato e divertito dal bizzarro suono che emettevano gli sfortunati Stormtroopers quando venivano uccisi e cadevano nei precipizi: un urlo acuto e stridulo. Da amante del cinema che ero, vedevo e rivedevo i classici della mia infanzia e fu proprio vedendo per la milionesima volta Indiana Jones e il tempio maledetto, che mi accorsi di aver sentito il medesimo urlo nella scena in cui Indy fa crollare il ponte sospeso sul fiume. Poco prima di essere mangiato dai coccodrilli, un Thuggee emette il medesimo suono. Rimasi confuso.
Perché un film come Indiana Jones aveva lo stesso suono di un videogioco?
All’epoca non esisteva internet, quindi non trovai risposta, ma mi resi conto che quell’urlo non era presente solo in quel film, ma in ogni film della trilogia originale di Star Wars e man mano che il mio orecchio si affinava nel riconoscerlo, lo sentii in molti altri film, ma soprattutto in tantissimi videogiochi. Con l’avvento di internet riuscii a scoprire il mistero, il leggendario suono aveva un nome: L’urlo di Wilhelm.
La sua prima “apparizione” si ebbe nel 1951, nel film Tamburi Lontani, in cui l’attore e cantante Sheb Wooley, veniva morso da un alligatore durante l’attraversamento di un fiume. Quel suono venne campionato e riutilizzato nel 1953 in un altro film, L’indiana Bianca, in cui il tenente Wilhem, colpito da una freccia, emette il medesimo urlo. Per 24 lunghi anni viene lasciato in pace negli archivi di Hollywood, finché il pluripremiato tecnico del suono, Ben Burtt, non lo rispolverò, rinominandolo Urlo di Wilhem, in onore del personaggio del film del ‘53, per usarlo in una scena di un film a cui stava lavorando. Un film su cui poche persone avrebbero scommesso e che invece divenne un successo mondiale: Star Wars. Il film, a dispetto di ogni tipo di previsione, sbancò al botteghino e di lì a poco, la 20th Century Fox ordinò la produzione del secondo episodio della saga. Forse per scaramanzia o per buon auspicio, sempre il mitico Burtt decise di riutilizzare lo stesso urlo in una scena del film. Da lì in poi, quel suono venne usato da molti registi proprio come porta fortuna nei loro film. Primo tra tutti fu Spielberg, che oltre ad usarlo nella trilogia di Indiana Jones, lo usò in Poltergeist, seguito da Tim Burton in Batman – Il Ritorno, Quentin tarantino ne Le Iene, in cartoni animati come La Bella e la Bestia e Toy Story.
Infine possiamo dire che la voce del compianto Sheb Wooley ha spopolato come portafortuna anche nel mondo dei videogiochi, iniziando proprio con quelli ispirati alla Galassia Lontana Lontana di Star Wars, dove fa la sua prima apparizione in versione un po’ storpiata nel sopracitato Shadows Of The Empire, per poi venire inserito in Rebel Assault 2 in cui si sente l’originale Urlo di Wilhem, infine negli ultimi Star Wars Battlefront.
L’urlo verrà poi usato in più di un centinaio di videogiochi tra cui tra gli ultimi The Last of Us e Red Dead Redemption. In tutto ciò, gira un video della moglie del defunto attore Sheb Wooley, che chiede di smettere di usare l’urlo di suo marito, poiché ormai è presente in buona parte delle produzioni americane e la signora Wooley rimane colpita ogni volta nel sentire quel suono.Quante volte lo avrete sentito anche voi e non lo avrete notato o avrete avuto l’impressione che quel suono fosse bizzarro per la scena in cui era stato inserito? Eppure, da un semplice urlo, si riesce a creare un fenomeno di massa che può portare fortuna ad un’intera generazione di registi.
Riccardo Rossetti
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