Il film Jumanji, diretto da Joe Johnston e interpretato da un cast stellare che include Robin Williams, Bonnie Hunt, Kirsten Dunst e Bradley Pierce, ha segnato un’epoca nel panorama cinematografico degli anni ’90. Uscito nelle sale statunitensi il 15 dicembre 1995 e in quelle italiane il 23 febbraio 1996, questo capolavoro è basato sull’omonimo albo illustrato per bambini scritto da Chris Van Allsburg nel 1981. Secondo l’autore, il termine “Jumanji” in lingua zulu significa “molti effetti”, un richiamo emblematico all’intreccio di eventi fantastici e surreali che il film offre.
La trama si snoda attorno a una misteriosa cassa sepolta nel bosco dai fratelli Caleb e Benjamin Sproul nel 1869, una scoperta che sarà decisiva per il giovane Alan Parrish, interpretato da Robin Williams. Nel 1969, Alan trova il gioco da tavolo Jumanji e, dopo un tiro di dadi, viene risucchiato in una giungla selvaggia, intrappolato in un’avventura che lo segnerà per un quarto di secolo. La storia prosegue nel 1995, quando i nipoti di Nora Shepherd, Peter e Judy, rinvengono il gioco in soffitta e decidono di giocarlo. Ignari del potere magico e delle conseguenze devastanti che esso comporta, risvegliano creature esotiche e pericoli inaspettati. Per riportare tutto alla normalità, i due ragazzi devono completare il gioco, ma per farlo hanno bisogno dell’aiuto di Alan, ormai adulto e prigioniero della giungla.
Nel corso della loro avventura, Peter, Judy e Alan si uniscono a Sarah Whittle, l’ex compagna di gioco di Alan, affrontando mostri e il temibile cacciatore Van Pelt, evocato dal gioco stesso. Attraverso situazioni drammatiche e momenti di tensione, la narrazione si sviluppa come un’autentica fiaba di crescita, un Bildungsroman moderno. Il viaggio di Alan e dei ragazzi non è solo fisico ma anche emotivo, ricco di insegnamenti e riscoperta di legami familiari.
La pellicola non è priva di sfide tematiche profonde. Essa esplora la natura del tempo e della crescita, incarnando l’idea di un ritorno alla semplicità, al “retour à l’état de nature” rousseauiano, ma anche i rischi insiti in tale ricerca. L’esperienza di deterritorializzazione, secondo una chiave di lettura deleuziana, si traduce in un percorso difficile ma necessario per ritrovare una pace familiare. In questo contesto, gli effetti speciali, frutto della tecnologia all’avanguardia degli anni ’90, contribuiscono a creare un’atmosfera magica e coinvolgente, capace di intrattenere e incantare il pubblico.
La straordinarietà di Jumanji è ulteriormente amplificata dalla performance iconica di Robin Williams, che con la sua versatilità riesce a fondere comicità e drammaticità, lasciando un segno indelebile nel cuore degli spettatori. Accanto a lui, Bonnie Hunt, Bradley Pierce e Kirsten Dunst offrono interpretazioni memorabili, arricchendo una narrazione che combina azione, avventura e momenti di intensa introspezione.
La legacy di Jumanji non si ferma alla sua prima uscita. Nel 2005, la creazione di un sequel spirituale, Zathura – Un’avventura spaziale, ha ampliato l’universo narrativo, basandosi su un’altra opera di Van Allsburg. La serie televisiva d’animazione, trasmessa tra il 1996 e il 1999, ha ulteriormente cementato il successo del franchise, portando nuovi fan a scoprire le meraviglie del gioco.
In un’epoca in cui il cinema spesso si dimentica di esplorare la bellezza della crescita personale e delle relazioni umane, Jumanji si erge come un faro di speranza e creatività. Questo film, intriso di elementi fantastici e profonde verità emotive, è un invito a riflettere sulle scelte della vita e sull’importanza di affrontare le proprie paure. Rivedere Jumanji non è solo un atto di nostalgia, ma una celebrazione della magia del cinema e della capacità di raccontare storie che parlano all’anima. Jumanji è un film imperdibile, un’esperienza che trascende il tempo e continua a affascinare generazioni di spettatori, ricordandoci che, alla fine, ogni avventura, per quanto pericolosa, porta con sé l’opportunità di crescere, di imparare e di riconnettersi con ciò che è veramente importante: la famiglia e l’amicizia.
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