“La fantasia è la facoltà più libera delle altre, essa infatti può anche non tener conto della realizzabilità o del funzionamento di ciò che ha pensato. È libera di pensare qualunque cosa, anche la più assurda, incredibile, impossibile” (Bruno Munari – Fantasia,1998). Così il Maestro definiva la fantasia che insieme a invenzione, creatività e immaginazione davano vita alle quattro facoltà fondamentali da esercitare, fin da piccoli, per “restare bambini” e non perdere quella curiosità verso il mondo una volta cresciuti. L’occhio degli adulti di domani guarda ed esplora la realtà circostante e vede oltre lo stato di fatto delle cose: gli oggetti comuni che fanno parte della vita di tutti i giorni come i frullatori rumorosi che abitano le cucine, le scarpe abbandonate nei corridori, frutti o chiavette USB lasciate sulle scrivanie, possono prendere vita e diventare protagonisti di mille avventure nella mente di chi li osserva. Proprio come gli eroi in miniatura targati Magic Box Toys, i giocattoli più collezionati in assoluto dai bambini: i SuperZings.
Celati, anche se solo apparentemente, nei panni di semplici oggetti da cucina o indumenti di uso comune, ma con veri e propri superpoteri, i mitici SuperZings giungono alla Serie 5. Più di 80 personaggi diversi tutti da collezionare tratti dai beniamini della seguitissima serie che impazza tra i più piccoli su YouTube. Sei squadre di supereroi e supercattivi che si danno battaglia e affrontano mille fantastiche avventure per ottenere il controllo della città dove tutto ha avuto inizio. Dalle versioni speciali Gold e Ultra Rare dei SuperZings agli Aerowagons e Skyracers, i nuovissimi accessori per creare un vero e proprio universo immaginario nella leggendaria Kaboom City.
Gli eroi in formato tascabile tutti da collezionare faranno viaggiare con la fantasia i più piccoli ovunque loro siano, a casa, in spiaggia o tra le montagne: i SuperZings si possono portare ovunque insieme ai tantissimi playset disponibili. Ai più grandi non resta che sedersi accanto ai propri bimbi e non disturbarli, come direbbe Munari, per entrare nel loro mondo e vederlo con gli occhi curiosi di chi non è ancora diventato grande.
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