Tutti i bambini prima o poi crescono…tranne uno, il più celebre degli adolescenti, quello che ha dato il nome alla ‘sindrome da Peter Pan’. Ma se anche lui cominciasse a dare segni di impazienza? A rinunciare ogni tanto alle proprie narcisistiche imprese per lasciare spazio ad una ragazza? E magari baciarla? Ed a volare via dall’Isola che non c’è, piuttosto che restare a godersi la vittoria, dopo aver sconfitto Capitan Uncino? Un’eresia o pittosto una rivoluzione annunciata, dopo più di un secolo di ‘fanciullezza coatta’
Peter Pan è un film del 2003 diretto da P. J. Hogan, trasposizione cinematografica dell’omonima opera di James Matthew Barrie, prodotta in occasione del centenario dell’esordio della stessa sulle scene teatrali. La trama del film non è in sé innovativa: segue, anche se non pedissequamente, quella del romanzo, ma le scelte di regia sviluppano una visione sostanzialmente diversa dallo stereotipato personaggio dell’eterno bambino, presentando un Peter Pan pubescente: alle prese con le più grandi problematiche adolescenziali, dalla scoperta di sé stessi attraverso la presa di coscienza dei propri sentimenti, ivi compreso l’amore, al dilemma di scegliere tra il protettivo mondo del gioco e il difficile mestiere di crescere. Non dunque un caso paiono le scelte degli interpreti principali, ricadute su due giovanissimi attori in erba, anch’essi adolescenti: il quattordicenne Jeremy Sumpter nel ruolo di un biondo Peter Pan, e la tredicenne Rachel Hurd-Wood, invece, nelle vesti della sentimentale e matura Wendy Darling. Con loro, il cast è arricchito da Jason Isaacs, Ludivine Saigner, Richard Briers e Lynn Redgrave.
Il film inizia citando lo stesso incipit del romanzo, modificandone l’ordine delle parole, ma sempre evidenziando la caratteristica saliente del personaggio, la voglia di non crescere mai. Nel film, però, si omette di far qualsiasi riferimento alle tensioni finanziarie che, nel libro, attanagliano la famiglia Darling e che costituiscono il motivo per cui Wendy decide di seguire Peter sull’isola, vedendo nella sparizione di lei e dei fratelli la soluzione ai problemi della famiglia; il regista, infatti, preferisce dare risalto all’innamoramento tra Wendy e Peter, anch’esso presente nel romanzo, anche se in maniera più attenuata, e far ricadere su di esso la decisione di Wendy di scappare assieme ai suoi timori per il diventare donna. Lo svolgimento della permanenza dei ragazzi sull’isola invece può essere visto come il riassunto delle loro avventure narrate nel libro, fra cui l’incontro con gli indiani, la quasi morte di Campanellino, l’epico scontro con Uncino e, infine, la decisione di Wendy di tornare a casa propria con tutti i bambini smarriti; così come trae spunto dal romanzo anche la relazione tra le condizioni atmosferiche dell’isola e gli stati d’umore di Peter Pan. Completamente divergente è invece il finale: nel romanzo Peter torna, dopo anni, più volte a ritrovare una Wendy ormai adulta e già mamma di una bambina di nome Jane, che porterà anch’essa con sé sull’isola; nel film, invece, la voce narrante lascia intendere che Peter Pan non tornerà più a trovarla e che lei continua a raccontare la sua storia ai figli mantenendone viva la leggenda e il ricordo, come se si trattasse del suo primo amore. Quest’ultima scena però è presente nel DVD come finale alternativo, in cui vediamo Peter che ritorna dopo molto tempo da Wendy, con la convinzione che la bambina nel letto sia lei, mentre, in realtà, è sua figlia Jane.E decide di portare lei sull’Isola che non c’è.
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