Ocius: quando le pecore diventano un party game, il divertimento è assicurato. un pazzo gioco di abilità e rapidità, frenetico e divertente, per tutta la famiglia e adatto a qualsiasi età. Le carte da gioco corrispondono a 5 diverse azioni. A turno un giocatore gira una carta dal proprio mazzetto. Il tuo obiettivo? Eseguire il più velocemente possibile l’azione associata al disegno. Ma attento a non sbagliare! Con un mazzo di carte si può giocare in 3 o 4, ma se vuoi aggiungere qualche amico in più, puoi usare 2 mazzi… per un divertimento ancora più travolgente, di cui non ti stancherai mai!
Michele Piccirillo è l’autore di questo di questo gioco, la sua compagna Elena Pelizzoli è l’illustratrice che ha ideato e realizzato l’accattivante grafica delle carte. Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo, presso Ovest Ludica, una nuova ludoteca di Treviglio (BG) e oltre a giocare con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere molto interessanti, dalle quali ne è scaturita una mini -intervista che vi proponiamo qui di seguito:
D: Michele raccontaci un po’ come hai avuto l’idea di sviluppare questo tipo di gioco e se questa è la versione che avevi pensato da subito.
R: Per rispondere devo premettere che sono laureato in Informatica con specializzazione in computer grafica e che ho da sempre avuto la passione per la creazione di videogiochi.
Ocius nasce per caso … in una pausa pranzo durante la quale raccontavo ad un collega che mi avrebbe fatto piacere dedicare del tempo a questa mia passione ma per creare un videogioco moderno servono troppe risorse (tempo e denaro) quindi, se avessi voluto creare un gioco, avrei dovuto cercare un altro modo, un’altra “forma” e il gioco da tavolo faceva al caso mio.
Gli dissi che avrei voluto creare un gioco semplice, spassoso e adatto a tutti, caciarone, non so… del tipo che si battono le mani sul tavolo o cose simili. Mi sono fermato un attimo e ho capito che questa semplice idea poteva funzionare.
Ora che avevo l’idea di base serviva una meccanica di gioco, definire in che modo i giocatori dovessero battere le mani sul tavolo e trovare un meccanismo per cui tutti i giocatori arrivassero fino alla fine del gioco evitando che qualcuno venisse eliminato (aspetto per me importantissimo).
Questa fase è durata qualche settimana nelle quali ho riflettuto su tutte le possibili combinazioni di “colpi” che potevano esserci e ne avevo individuate 4 (non 5 come nel gioco attuale).
La fase successiva era trovare un senso a questa “follia” ovvero dare al giocatore un motivo per compiere queste azioni.
L’idea originale del gioco è nata partendo da una di queste azioni, quella base, ovvero il battere le mani tutti insieme sul tavolo.
Il suono e il ritmo mi hanno in qualche modo ricordato la marcia militare quindi quello sarebbe stato il tema.
Il tassello finale si è aggiunto riflettendo su un’altra delle azioni ovvero quella in cui un giocatore “attacca” il mazzo di un avversario mentre gli altri si difendono.
Unendo il tema militare a questa azione di attacco diretta mi è venuto in mente il pugnale e da qui ho deciso che il gioco sarebbe stato a tema “antica Roma” nella quale questa arma veniva utilizzata.
Ora che avevo un’ambientazione, delle regole e la meccanica base dovevo scegliere un nome e mi sono indirizzato sul latino (che non ho mai studiato).
Con qualche ricerca in rete ho trovato quello giusto: OCIUS che vuol dire “più velocemente, più rapidamente” e che esprime bene il concetto del gioco.
Durante la lunga fase di playtest è emerso un aspetto che non mi soddisfaceva. L’ambientazione e le immagini sulle carte lo rendevano “aggressivo”: il pugnale, il comandante, il soldato… insomma, lontano dal gioco divertente e adatto a tutti che volevo realizzare.
É stata la mia compagna, Elena, a reinterpretare le azioni portandole nella versione attuale. Il pugnale è diventato un lupo, da qui le pecore, il montone e il cane pastore che sono i protagonisti del gioco, il nome invece mi è piaciuto da subito ed è rimasto invariato.
Durante i playtest mi è stata suggerita ed è nata la quinta ed ultima azione, ovvero quella più semplice ma che mi era sfuggita in prima analisi…la pausa! che è diventata la pecora nera.
Le illustrazioni dei vari soggetti, realizzate da Elena, sono volutamente simili per forme e colori e hanno contribuito a rendere il gioco ancora più divertente perché confondono i giocatori spingendoli a commettere più errori.
D: Ocius è uscito nel 2018, quanto ci è voluto per svilupparlo e trovare qualcuno che lo realizzasse?
R: Il gioco è uscito ad Aprile del 2018 e ci è voluto circa un anno e mezzo per avere il prodotto finito.
Avendo delle meccaniche abbastanza semplici la fase di ideazione è stata relativamente rapida, in meno di un paio di mesi avevo già preparato un primo prototipo.
Il playtest è stato invece molto lungo perché i punti da valutare sono molti, dalla stesura di un regolamento chiaro e semplice alla definizione del numero di carte per tipologia.
Credo che sia stato proprio quest’ultimo aspetto uno dei punti chiave. Se avessi inserito nel mazzo troppe carte azione diverse da quella base, la pecora bianca, il gioco sarebbe stato molto più frammentato perché ogni volta ci si sarebbe dovuti fermare per la distribuzione delle carte “penalità”; inoltre tutti i giocatori si sarebbero aspettati ad ogni carta di fare qualcosa mentre uno degli aspetti che secondo me diverte di più è proprio la suspance di dover fare qualcosa di diverso da un’azione molto semplice e ripetitiva come battere la mano sul tavolo, che a lungo andare fa anche perdere la concentrazione.
Capita spesso che i giocatori mi chiedano il perché di tante pecore bianche nel mazzo e questo è il motivo.
Durante questa lunga fase di playtest mi sono anche concentrato sull’aspetto commerciale e burocratico, per esempio cercando un fornitore affidabile che producesse il gioco con carte di qualità.
D: Questa è una domanda che abbiamo posto anche ad altri autori… quale è stata la parte più divertente e quale la più esasperante prima di vedere il tuo gioco realizzato?
R: Sicuramente la parte più divertente è stato il playtest perché si gioca tanto e ci si confronta con gli altri.
É vero… bisogna accettare delle critiche e mettere in dubbio quelle che fino a qualche istante prima erano delle certezze ma se si sa ascoltare, a volte si migliora di molto e si impara tanto.
La parte più esasperante è stato invece la parte burocratica e di commercializzazione perché ci sono tantissime decisioni da prendere e aspetti da tenere in considerazione.
Anche in questa fase sono stato supportato dalla mia compagna che mi ha aiutato e sostenuto durante tutto il processo. Prima di tutto dovevamo scegliere se autoprodurre il gioco o affidarci a qualche editore ma abbiamo optato per la prima soluzione, perché volevamo metterci alla prova con questa sfida.
Insomma, è stata un’avventura impegnativa, piena di dubbi e incertezze ma che mi ha insegnato tanto e che sono felice di aver intrapreso.
D: Hai altri giochi nel cassetto? Li vedremo?
R: Ho diversi altri progetti alla quale sto lavorando e che spero di portare a termine. Sono tutti giochi molto diversi tra loro come meccaniche ma che condividono gli aspetti che reputo essenziali.
Adoro per esempio giochi con poche regole dove sono i giocatori a dare profondità e corpo alla partita (ad esempio gli scacchi) e questo è il genere di gioco che cerco di creare.
Sto spaziando da giochi a tema piratesco ad un gioco sulla Formula 1 (sport del quale sono appassionato) che ho già fatto provare in qualche occasione.
Non vi nascondo che quest’ultimo, essendo molto simulativo ha molte regole, ma sono semplici e secondo me essenziali.
In questi mesi ho iniziato a lavorare ad un altro gioco di carte che probabilmente vedrà la luce prima degli altri ma del quale non posso ancora svelare nulla 🙂
Ringraziando Michele per la sua disponibilità non ci resta che cercare di proteggere il nostro mazzo dal famelico lupo, cercando di non cadere nel tranello dei suoi travestimenti oppure nello scherzetto della pecora nera.
Per info: ociusgame.com
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