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Black-Box di Tsutomu Takahashi

Black-Box ritrae la parte più oscura del mondo della boxe:non ha peli sulla lingua Takahashi Tsutomu, il suo ultimo lavoro sul pugilato è decisamente oltre le righe. In ogni sport ci sono la luce e l’ombra ed è impensabile che le due cose siano nettamente divise, ma nel mondo dei fumetti è possibile incensare o demonizzare i protagonisti con una facilità disarmante.

Ishida Ryouga è un ragazzo che ha masticato boxe fin dalla tenera età. Lui e suo fratello maggiore sono stati allenati dal padre, ex pugile di alta classifica mondiale, in maniera quasi morbosa, tanto che il nostro protagonista non ha in mente altro che combattere e vincere per appagare il desiderio del padre. Purtroppo, sia il padre che il fratello maggiore, sono in carcere con l’accusa di essere degli assassini. La loro storia non è ancora molto chiara, ma la cosa che si sa di certo è che tutti i media sostengono che anche nel nostro protagonista scorra il sangue di un assassino. Ryouga non è ancora entrato a pieno diritto nel mondo della boxe, il suo esordio come professionista è prossimo, ma ha bisogno di un allenatore e di una buona vetrina per farsi notare.

…[trama completa su https://www.tanadelcobra.com]

Sin dall’inizio i toni di questo manga si sono tenuti su un livello piuttosto rude, ma solo quando Ryouga si sottopone al trattamento per sbloccare il suo istinto omicida le cose prendono una piega oscura, volgare e violenta, ben oltre i limiti che ti potevi aspettare leggendo i primi capitoli. Ammiro la fatica ed il duro lavoro di un pugile, ma qui si è andati decisamente oltre descrivendo un mondo di privazione e di viscerale maniacalità che di umano comincia a non aver più nulla. Sicuramente la visione oscura di questa boxe è esasperata fino all’eccesso, ma è evidente che il maestro stia descrivendo, a modo suo, una realtà con cui ha avuto a che fare.

Il lavoro artistico del maestro Takahashi Tsutomu è fantastico, alcune vignette possono essere paragonate a delle vere e proprie opere d’arte che richiamano lo stile medioevale giapponese. Quel tratto sporco, carico di neri, di macchie, di profondi chiaroscuri e d’ombreggiature sfocate è molto affascinante. Le sue vignette danno la sensazione di estremo movimento, ma anche di una grande oscurità latente. La raffigurazione di ambienti e personaggi ha uno stile unico che ricorda un po’ il tratto usato per Uomo Tigre. Di certo ogni personaggio ha una caratteristica propria ed il maestro Takahashi Tsutomu non si da certo un limite nel deformare volti e corpi per instillare nel lettore la sensazione di brutalità che pervade questo lavoro.

 

Tratto e continua a leggere la conclusione dell’articolo su:

https://www.tanadelcobra.com/black-box/ 

Scritto da MarcoF  

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