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Wonder Woman 1984: luci e ombre

Dalla regista Patty Jenkins e con protagonista Gal Gadot nel ruolo che dà il titolo al film, “Wonder Woman 1984” fa un balzo in avanti fino agli anni ’80, dove l’ultima avventura di Wonder Woman la vede cavalcare fulmini nel cielo, indossare ali dorate e inseguire un suo sogno mentre è alla caccia di due nuovi e formidabili nemici: Max Lord e Cheetah. “Wonder Woman 1984” è ispirato al personaggio creato da William Moulton Marston e pubblicato nei fumetti dalla DC Entertainment. In questo lungometraggio, il destino del mondo è nuovamente in pericolo, e solo l’intervento di Wonder Woman riuscirà a salvarlo. Questo nuovo capitolo della storia di Wonder Woman, vede Diana Prince vivere tranquillamente in mezzo ai mortali nei vibranti e scintillanti anni ‘80—un’epoca di eccessi spinta dal bisogno di possedere tutto. Nonostante sia ancora in possesso di tutti i suoi poteri, mantiene un basso profilo, occupandosi di antichi manufatti e agendo come supereroina solo in incognito. Ma adesso, Diana dovrà uscire allo scoperto e fare appello alla sua saggezza, alla sua forza e al suo coraggio per salvare il genere umano da un mondo in pericolo di vita.

Wonder Woman 1984 è il Cazu Marzu
Wonder Woman 1984 è un episodio di Black Mirror
Wonder Woman 1984 è un fumetto DC del 1984 su grande schermo
Wonder Woman 1984 è una storia d’amore che sfida la logica e le apparenze
Prima di vedere Wonder Woman 1984, leggendo alcune critiche, non capivo come la regista Patty Jenkins ( che ha diretto anche il primo capitolo del 2017 ) potesse aver realizzato quello che per molte persone, alcuni cari amici che stimo inclusi, viene considerato un flop clamoroso.

Adesso che ho visto il film capisco cosa intendono, e non posso certo darli torto.

In ambito supereroistico, nel corso degli ultimi 43 anni ( ricordo che, in epoca moderna, il primo film su grande schermo in assoluto di un supereroe è il Superman di Richard Donner del 1978 ) siamo stati abituati a vedere di tutto : pellicole leggere, pellicole intense, pellicole comiche, pellicole psichedeliche, pellicole tragiche, pellicole irrealistiche, pellicole realistiche, fino all’ultimo ventennio dove è nato un termine legato a questo mondo : cinecomic.
In questi venti anni i cinecomic hanno influenzato l‘industria cinematografica, divenendo un enorme business, un filone vero e proprio, un appuntamento fisso che ogni anno prevede l’uscita di più titoli, abituando il grande pubblico ad un livello qualitativo sempre più alto.
Ma … non dobbiamo dimenticarci che tutto nasce dai fumetti di supereroi e i fumetti di supereroi sono metafore del mondo moderno, in sintesi, alla stregua dei racconti mitologici, attraverso personaggi fantastici hanno lo scopo di parlare di significati più profondi e basilari legati all’esistenza umana : come l’amore, la morte, l’amicizia, la perdita, il distacco, la vita, la verità e molto altro.

Wonder Woman 1984 fa questo.

Come un semplice fumetto anni 80 se ne frega del realismo , se ne frega della procedura per poter “parlare col Presidente degli Stati Uniti”, se ne frega della fisica, se ne frega dell’epoca nella quale viviamo e se ne frega pure del genere di cui fa parte, diventando oggi quello che in origine queste storie erano, ovvero un opera patinata, stereotipata e kitsch con gente che porta le mutande sopra ad una calzamaglia con il solo scopo di mandare un messaggio .
Certo, siamo lontani anni luce dal realismo al quale siamo stati abituati negli ultimi anni, gli anni ‘80 in questo episodio sono estremizzati, così come il look e i dialoghi dei personaggi, ci sono evidenti riferimenti ad opere passate e un continuo e voluto richiamo a quell’eccesso che un tempo faceva parte di quell’epoca, e il tutto viene sottolineato anche nella regia e negli effetti speciali, ma ciò è voluto e la cosa è evidenziata in quei momenti nei quali il film diventa “ vero “, come l’introduzione, le scene nella casa di Diana, il finale e soprattutto il “ momento della verità “, dove, sulle note di un altro celebre eroe DC, Diana si rivolge ad ognuno di noi.
So benissimo di essere impopolare, capisco benissimo chi ha criticato il film e le motivazioni, ma se pur contro tendenza, personalmente ho adorato questo film e mi ha ricordato il perché leggo fumetti da quando ero bambino.
Nel film sono protagonisti anche Chris Pine nel ruolo di Steve Trevor, Kristen Wiig in quello di Cheetah, Pedro Pascal è Max Lord, Robin Wright è Antiope e Connie Nielsen come Hippolyta. Charles Roven, Deborah Snyder, Zack Snyder, Patty Jenkins, Gal Gadot e Stephen Jones hanno prodotto il film. Rebecca Steel Roven Oakley, Richard Suckle, Marianne Jenkins, Geoff Johns, Walter Hamada, Chantal Nong Vo e Wesley Coller sono i produttori esecutivi. Jenkins ha diretto da una sceneggiatura scritta da lei stessa assieme a Geoff Johns & Dave Callaham, da un soggetto di Jenkins & Johns, basato sui personaggi della DC. Wonder Woman è stata ideata da William Moulton Marston. Accanto alla regista, dietro le quinte, troviamo diversi membri della troupe del primo “Wonder Woman”, tra cui il direttore della fotografia Matthew Jensen, la scenografa candidata all’Oscar® Aline Bonetto (“Amélie”) e la costumista premio Oscar® Lindy Hemming (“Topsy-Turvy”). Il montatore candidato all’Oscar Richard Pearson (“United 93”) ha curato il montaggio del film. Le musiche sono del compositore premio Oscar® Hans Zimmer (“Dunkirk”, “The Lion King”).
Giampaolo Burichetti

Giampaolo Burichetti

Pisano, consulente aziendale nelle telecomunicazioni e grande appassionato di cinema, fumetti, serie tv e giochi di ruolo.
Dal 2016 entrato nel vivo nel mondo del cosplay e del costuming legato a Star Wars e sempre più in contatto col fandom di tutta Italia sia attraverso i social sia attraverso le varie manifestazioni alle quali negli anni ha partecipato.
Cofondatore di EmPisa Star Wars Fan Club e attualmente impegnato in molti altri gruppi che hanno lo scopo di intrattenere grandi e soprattutto bambini, promuovendo il gioco, la fantasia e la passione per il fantastico.

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