Ci sono opere letterarie che a scuola sembra che facciano apposta a far odiare: una di queste è la Divina Commedia di Dante Alighieri, di cui quest’anno ricorre il settecentesimo anniversario della morte. Spesso, bisognerebbe riprendere in mano questi libri da grandi, per scoprire il loro vero valore: del resto una persona di un’altra cultura, che si è avvicinata all’opera di Dante per diletto e non per obbligo, ne ha tratto ispirazione per le sue opere horror e visionarie: la persona in questione è Go Nagai, inventore dei robottoni, da Mazinga in poi, ma anche autore di opere per cui riconosce il suo debito alla Commedia, quali Mao Dante, Devilman e una versione manga della stessa opera dantesca.
Luca Tarenzi, autore di diversi interessanti urban fantasy, ha deciso di confrontarsi con un capolavoro da riscoprire in un’ottica diversa dai libri di scuola, con la saga L’ora dei dannati, di cui è uscito il primo volume L’abisso per Giunti. La storia si presenta come un seguito alla Divina Commedia: qualche tempo dopo il viaggio di Dante all’Inferno, la sua guida Virgilio non può più tornare nel Limbo, dove stavano gli spiriti beati vissuti prima dell’avvento del cristianesimo, e gira tra i gironi infernali, perseguitato dagli Spezzati, gli angeli caduti diventati demoni. Pier delle Vigne, dignitario suicida trasformato in albero, lo coinvolge in un piano impossibile: fuggire dall’Inferno, insieme ad altri dannati: il losco Filippo Argenti, Bertran de Born, uomo d’armi messo da Dante tra i seminatori di discordie, e il conte Ugolino, che Luca Tarenzi non ha problemi a definire il nostro Hannibal Lecter. Il quartetto improbabile si lancia quindi in una fuga oltre ogni logica, affrontando i mostri dell’Inferno, con l’assunto che tanto non hanno nulla da perdere e che comunque nessun essere umano, per quanto male abbia fatto nella sua vita, merita un’eternità di tormenti.
Leggendo le pagine de L’abisso dei dannati si scopre quindi la forza del mondo creato da Dante, un viaggio nell’aldilà terrificante e avvincente, leggibile certo come opera letteraria, come ritratto storico dell’epoca, ma anche come esempio di protofantasy ante litteram.
La storia, che trascina dalla prima all’ultima pagina, non si conclude qui: Luca Tarenzi ha già consegnato il secondo capitolo, dove il quartetto in fuga incontrerà un nuovo personaggio reso immortale da Dante, Francesca da Rimini.
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