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Batman Forever: il bat-flop compie 25 anni!

Il 16 giugno 1995, nei cinema americani, faceva il suo debutto “Batman Forever”, il terzo capitolo della saga cinematografica della Warner Bros. dedicata al leggendario supereroe della DC Comics. Diretto da Joel Schumacher, il film rappresenta una netta rottura rispetto ai due precedenti lavori di Tim Burton, “Batman” (1989) e “Batman – Il ritorno” (1992), che avevano definito il tono oscuro e gotico dell’eroe mascherato. A distanza di 25 anni, “Batman Forever” rimane un’opera controversa, amata da alcuni, criticata da altri, ma indiscutibilmente influente nel panorama cinematografico degli anni ’90.

Un Cambio di Direzione Coraggioso

Con “Batman Forever”, Joel Schumacher si distacca dall’atmosfera cupa dei film di Burton, optando per un approccio visivo più vivace e colorato, ispirato ai fumetti dell’epoca di Dick Sprang e alla popolare serie televisiva degli anni ’60. Il mondo di Gotham City si trasforma in un caleidoscopio di luci al neon e scenografie futuristiche, riflettendo una visione più luminosa e stilizzata del Cavaliere Oscuro. Questa scelta estetica si allontana radicalmente dalle tenebre gotiche di Burton, un cambiamento che ha diviso pubblico e critica.

L’aspetto narrativo subisce un’evoluzione significativa con l’introduzione di nuovi personaggi e dinamiche. Val Kilmer prende il posto di Michael Keaton nel ruolo di Bruce Wayne/Batman, portando sullo schermo un’interpretazione meno tormentata e più equilibrata del personaggio. Accanto a lui, la figura di Robin, interpretata da Chris O’Donnell, ritorna per la prima volta sul grande schermo dopo decenni, segnando un ritorno alle origini del duo dinamico, sebbene con un tocco moderno. La trama si concentra su Batman, alle prese con due villain di altissimo profilo: l’Enigmista, portato in vita da un esuberante Jim Carrey, e Due Facce, interpretato da un intenso Tommy Lee Jones. Entrambi i cattivi cercano di destabilizzare Gotham e svelare l’identità segreta dell’eroe.

Una Produzione Tra Luci e Ombre

La produzione di “Batman Forever” è stata caratterizzata da una serie di cambiamenti e scelte controverse. Michael Keaton, che aveva dato volto e anima al Cavaliere Oscuro nei due film precedenti, abbandonò il progetto a causa di divergenze creative con Schumacher. Keaton non era convinto dalla nuova direzione più leggera e caricaturale che Schumacher intendeva dare alla saga. Questo abbandono segnò un punto di svolta, con Val Kilmer che prese il mantello di Batman, accettando il ruolo senza nemmeno leggere la sceneggiatura, un fatto che rifletteva l’incertezza e il rischio legati a questa nuova fase della saga.

Inoltre, la tensione tra i membri del cast non era rara. È noto che Kilmer e Schumacher ebbero scontri durante le riprese, con il regista che definì l’attore “infantile e impossibile”. Anche il rapporto tra Jim Carrey e Tommy Lee Jones non fu dei migliori, con Jones che espresse apertamente il suo disprezzo per lo stile comico di Carrey. Queste dinamiche dietro le quinte contribuirono a creare un ambiente di lavoro turbolento, che tuttavia non ostacolò il successo commerciale del film.

Un Successo al Botteghino ma una Critica Divisa

Nonostante le recensioni contrastanti, “Batman Forever” si rivelò un successo al botteghino, incassando oltre 336 milioni di dollari a livello globale, rendendolo uno dei film di maggior successo del 1995. La critica fu divisa: se da un lato vennero apprezzate le immagini vivide, le sequenze d’azione spettacolari e la colonna sonora di Elliot Goldenthal, dall’altro vennero sollevate critiche sulla sceneggiatura e sull’allontanamento dal tono oscuro dei film di Burton.

La performance di Jim Carrey come l’Enigmista fu lodata per la sua energia e originalità, sebbene alcuni la trovassero eccessiva, in linea con il suo tipico stile comico. Tommy Lee Jones, sebbene un attore di calibro straordinario, fu criticato per una performance che molti trovarono sopra le righe, mentre Val Kilmer, nonostante il suo fascino, faticò a emergere tra la presenza dominante dei suoi co-protagonisti. Anche Nicole Kidman, nei panni della psicologa Chase Meridian, offrì una performance solida, ma il suo personaggio non riuscì a lasciare un’impronta indelebile nella storia del franchise.

Un’Eredità Complessa

A 25 anni di distanza, “Batman Forever” continua a suscitare dibattito tra i fan e gli appassionati di cinema. Se da un lato rappresenta un tentativo audace di rinnovare la saga di Batman, dall’altro è visto come un preludio al famigerato “Batman & Robin” (1997), in cui Schumacher spinse ulteriormente la sua visione colorata e kitsch, portando il franchise vicino alla parodia e suscitando una reazione negativa da parte del pubblico e della critica. Questo episodio segnò un punto basso nella storia cinematografica di Batman, costringendo la Warner Bros. a ripensare completamente il personaggio, cosa che avvenne con la successiva trilogia diretta da Christopher Nolan.

Tuttavia, nonostante le sue imperfezioni, “Batman Forever” rimane un tassello importante nella storia del Cavaliere Oscuro. Il film rappresenta un’era del cinema degli anni ’90 in cui i blockbuster erano caratterizzati da sperimentazione visiva e audacia narrativa. La sua influenza si può vedere in molti degli elementi che sono stati ripresi o reimmaginati nelle successive incarnazioni cinematografiche di Batman.

“Batman Forever” è molto più di un semplice film di supereroi; è un riflesso del contesto culturale e cinematografico degli anni ’90, un’epoca di cambiamento e di sperimentazione.

Seppur divisivo, il film ha segnato un capitolo importante nella storia di Batman, contribuendo a plasmare la percezione del personaggio e aprendo la strada a nuove interpretazioni. Dopo 25 anni, “Batman Forever” merita di essere ricordato non solo per i suoi successi e fallimenti, ma per il coraggio di aver tentato qualcosa di diverso, un atto di audacia che, nel bene e nel male, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico. Per info e contatti gianlucafalletta.com

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