Monster Hunter, il film scritto e diretto da Paul W. S. Anderson, è l’adattamento cinematografico del celebre videogioco Capcom. Con Milla Jovovich nel ruolo della protagonista Natalie Artemis, il film è un’esplosiva miscela di azione, mostri giganti e viaggi interdimensionali. Nonostante i suoi sforzi, però, la pellicola non è riuscita a convincere appieno né i fan della saga né il pubblico generale.
La storia ruota attorno a Artemis, una capitana dei Rangers statunitensi, che, insieme alla sua squadra, si trova intrappolata in un portale che la catapulta in un mondo sconosciuto. In questo “Nuovo Mondo”, si trova di fronte a creature mostruose, tra cui il temibile Diablos, un mostro sotterraneo che scatena il caos all’inizio del film. Un cacciatore, interpretato da Tony Jaa, diventa il suo alleato contro queste terribili minacce. Insieme, i due dovranno affrontare una serie di pericoli, tra cui il devastante Rathalos e la misteriosa Torre del Cielo, che collega i mondi. La missione di Artemis diventa quindi quella di trovare un modo per distruggere la torre e impedire che i mostri arrivino sulla Terra.
La trama, purtroppo, non è il punto forte del film. Pur essendo un’avventura incentrata sulla caccia a mostri giganteschi, che potrebbe suscitare l’entusiasmo dei fan del gioco, Monster Hunter finisce per concentrarsi più sull’azione frenetica e sulle esplosioni che sulla vera e propria esplorazione delle dinamiche di caccia che hanno reso famosa la serie. L’universo ricco e affascinante del videogioco viene solo scalfito, e i riferimenti alla mitologia del gioco sono in gran parte ignorati.
Nonostante le impressionanti scene d’azione e l’eccezionale realizzazione dei mostri, Monster Hunter fatica a reggersi sulle proprie gambe come film. La mancanza di una narrazione solida, la scarsità di sviluppo dei personaggi e il focus esclusivo sugli effetti speciali lasciano poco spazio per una connessione emotiva con il pubblico. Questo rende la pellicola adatta più ai fan della saga che a chi cerca una trama coinvolgente e ben costruita.
La performance di Milla Jovovich è il punto di forza, come accade spesso nei film di Paul W. S. Anderson, ma nemmeno lei riesce a salvare un copione che, in fondo, non decolla mai. Tony Jaa, Meagan Good, T.I. e Diego Boneta, che completano il cast, non riescono a brillare in ruoli che non offrono molto oltre la mera funzionalità all’interno della trama.
La produzione visiva, al contrario, è una delle poche cose che il film gestisce con successo. I mostri, in particolare, sono resi con una qualità spettacolare grazie agli effetti speciali, e la computer grafica è sicuramente uno degli aspetti che giustificano almeno una visione per gli appassionati di creature colossali. La spettacolarità delle battaglie, con i mostri che scatenano il caos, è una delle poche cose che Monster Hunter riesce a fare bene, ma ciò non basta a mascherare una trama debole.
Uno degli aspetti che più ha infastidito i fan della saga è la totale ignoranza delle dinamiche di caccia che rendono i giochi così amati. In Monster Hunter, la caccia diventa una scusa per inserire battaglie esplosive senza mai esplorare veramente la strategia e la profondità che contraddistinguono il gioco. L’interazione tra i protagonisti, infatti, si riduce a dinamiche stereotipate, quasi forzate, mentre la trama scivola via senza mai approfondire le tematiche più interessanti dell’universo di Monster Hunter.
Monster Hunter è un film che può essere goduto come un’azione adrenalinica, ma non aspettatevi troppo da una trama che rimane troppo superficiale. Le sequenze d’azione sono visivamente spettacolari, ma non bastano a far dimenticare l’assenza di una vera e propria storia. Anderson, purtroppo, non riesce a sfruttare le potenzialità del franchise, e il film finisce per essere un adattamento svogliato che non rende giustizia all’universo originale. È un prodotto pensato più per i fan che per il pubblico in generale, un film che scivola rapidamente nel dimenticatoio dei “film brutti tratti da videogiochi belli”. L’unica speranza per i fan è che un eventuale seguito possa finalmente far decollare un franchise cinematografico che, per ora, sembra lontano dalla sua massima espressione.
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