Ambientato a Capalbio, sulla costa dell’Argentario, ben lontani dalle suggestioni turistiche, “Il giorno della Nutria”, il romanzo di esordio di Andrea Zandomeneghi, racconta la vita di Davide, un cefalgico cronico che vive col nipote e la madre, malata di Parkinson e invocante l’eutanasia. Il giorno seguente l’ennesima ubriacatura assieme al prete del paese e al figlio della badante della madre, Davide si sveglia con gravi postumi; mentre tenta di placarli con psicofarmaci e altro alcol, rinviene una nutria spellata e congelata sul pianerottolo, a mo’ di intimidazione.
Sulla base di congetture, presagi, coincidenze e suggestioni, Davide opera ricostruzioni ossessive
Il giorno della nutria è un giallo al contrario che ribalta tutti i cliché sulla provincia italiana, un viaggio all’interno dei territori della coscienza ordinaria che svela le deformazioni e aberrazioni del pensiero. Ispirato da Dostoevskij per la profondità psicologica, da Huysmans per la maturità sintattica e l’ampiezza lessicale e da Bolaño per la sensibilità e la capacità affabulatoria, Il giorno della nutria rivela un nuovo, esplosivo esordio letterario.
L’autore, Andrea Zandomeneghi, è nato a Capalbio nel 1983. Scrive sul Foglio e ha diretto la rivista Crapula Club. Questo è il suo primo romanzo.
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