Nell’epoca del Califfo Haroun ar-Rachid, la sontuosa città di Bagdad brillava di splendore e spensieratezza. Mentre nel cuore della città si riunivano saggi, filosofi e religiosi, ai confini del deserto si nascondeva un crudele e spietato Mullah, un despota che tormentava le sue mogli e sottometteva il suo popolo. Ma un giorno, trasformato in un genio della lampada da un Ifrit, si trovò costretto a soddisfare i desideri sessuali di bellissime donne per ben dodici secoli. Oggi, questa lampada magica è in mano a Dörte e al suo amico Manfred, gay dichiarato…
Siamo abituati a sentire storie di Geni prigionieri in bottiglie (o lampade o teiere), pronti a esaudire ogni desiderio del loro padrone. Ma il genio creato dalla mente sarcastica di Ralf Konig non è da meno, con un tocco tutto suo. Invece di limitarsi a soddisfare desideri intangibili, questo “tutto ciò che desideri” avviene nella camera da letto. Il Genio della teiera è incarnazione dell’arte dell’amore, dispensando piaceri carnali senza discriminazione, per permettere a tutti di trovare nella sessualità la gioia suprema che tante persone cercano invano. Tutto ha origine da una vendetta escogitata da un venditore di scarpe omosessuale e dalla magia del suo amante Ifrit, un imponente Djinn dotato di poteri straordinari…
Ralf Konig è un genio a sua volta e lo dimostra con il volume “Genio per amore”. Fin dalle prime pagine, la narrazione ci avvolge come se fossimo immersi nelle Mille e una notte, con una struttura intricata che si svela pagina dopo pagina. Ogni piccolo segmento funge da prologo per una nuova trama, mentre i flashback svelano sorprese infinite.
Ralf Konig è un artista gay conosciuto per la sua abilità nel ritrarre vizi, virtù e ipocrisie della comunità omosessuale ed eterosessuale. In questa storia, presenta il suo personale Genio della lampada (o teiera), conferendogli un valore contrapposto. Il Genio, esperto conoscitore di ogni posizione del Kamasutra, un tempo era il rigido e bigotto mullah Mufti Abdullah Abba Schachmatt (che in italiano diventa Scak Homat).
Seguendo il principio oscurantista secondo cui “la vita è dura e crudele, quindi ogni gioia è abominevole”, il mullah vive come fermo sostenitore del burqa, della lapidazione e della totale sottomissione delle donne, imprigionando il suo territorio in un terrore austero.
Ma l’incontro con un commerciante omosessuale e il suo magico compagno di vita cambieranno il suo destino in modo inaspettato. Trasformato nel corpo e nello spirito, diventerà l’amante perfetto. Un Adone ultraterreno desideroso di donare piacere e lussuria a uomini e donne.
Dopo circa tredici secoli, la vecchia teiera finisce per le mani di Dörte, coinquilina di Manfred, un omosessuale che vive una strana relazione con un giovane appassionato di pratiche sadomaso. Dörte, da parte sua, cerca di allontanarsi da un uomo d’affari vanesio e sposato che la umilia in ogni modo possibile. Sembra proprio il lavoro perfetto per il Genio dell’Amore. Peccato che l’antico incantesimo, dopo tanti secoli, stia per terminare. Il Genio sta cambiando aspetto e atteggiamento senza preavviso, e il spietato e brutto mullah Mufti sta per tornare alla sua forma originaria, rabbioso e pieno di rancore…
Ralf Konig prende sul serio il trito detto “fai più sesso quando sei troppo acido e bacchettone”. Con il suo umorismo esplosivo, descrive il mondo gay tedesco in modo vivace e ci offre un cocktail esilarante di situazioni irresistibili, erotismo gioioso e dialoghi taglienti.
Questa commedia fantastica nasconde sottotesti sociali profondi. Sono rari i fumetti in cui personaggi omosessuali ed eterosessuali convivono in modo tanto credibile e tridimensionale. La presenza del Genio e del mullah diventa una metafora nel fumetto di Konig, rappresentando il bisogno universale di amore che non si fa prigioniero delle convenzioni. Esiste semplicemente ed è giustificato dalla presenza degli esseri umani. Sarà sempre presente, nonostante il tempo, i mutamenti sociali e le apparenti differenze. Perché l’amore è magia, l’unico vero motore della vita umana, e la sua mancanza rende tristi, ignoranti e malvagi.
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