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Pompei, il graphic novel di Frank Santoro

Pompei, il graphic novel di Frank Santoro diventato ormai un classico del nuovo fumetto americano, arriva finalmente in Italia. Marcus è un giovane apprendista giunto a Pompei per servire nella bottega del celebre e corrotto pittore Flavius. Nel poco tempo libero, Marcus realizza i propri me­ravigliosi disegni e incontra la ra­gazza che ama, ma sui loro sogni incombe l’ombra del Vesuvio, che lancia sem­pre più inquietanti segnali.

Storia d’amore e potere che si svolge sullo sfondo dell’eruzione del 79 a.C., Pom­pei è il capola­voro di Frank Santoro, figura di riferimento del fumetto indie ameri­cano. Un racconto antico e modernissimo, che è anche rifles­sione sulle origini della rappresentazione artistica occidentale. Narrato con ritmo implaca­bile, basato sullo studio della pittura pompeiana e sulla si­stematica sperimenta­zione delle tecniche del fumetto, Pompei è un’opera che infrange le barriere del genere.

Frank Santoro sarà in tour in Italia a maggio 2018. Dal 18 aprile al 31 maggio 2018 le tavole di “Pompei” saranno in mostra al MANN (Museo Archeologico Nazionale Napoli). La mostra sarà allestita in occasione della nuova edizione del Comicon, che vedrà Frank Santoro tra gli ospiti. Frank sarà protagonista di un incontro con il pubblico, presso il Museo Archeologico di Napoli, il 30 aprile, alle ore 12 e nei giorni del Comicon dedicherà il suo libro allo stand di 001 Edizioni. Il 5 maggio sarà, invece, protagonista a Bologna di un incontro con il pubblico presso l’Accademia di Belle Arti.

Frank Santoro è un poeta dello sguardo fugace e dell’istante chiave. I suoi romanzi grafici non descrivono ampi passaggi di tempo ma cristallizzano momenti: una decisione che definisce, un incidente che altera la vita. In Pompei è l’intreccio di aspirazioni e inganni che vedono protagonisti un pittore, il suo apprendista, la fidanzata dell’apprendista e la moglie e amante del pittore, nei giorni precedenti l’eruzione vulcanica che cancellò la città del titolo dai successivi sedici secoli di storia.  Con Pompei Santoro ha dichiarato di voler semplificare, limitandosi a disegnare a matita, nello stesso formato in cui l’opera sarebbe stata riprodotta. Scegliendo persino di utilizzare sottili fogli di carta, per evitare eccessive rielaborazioni. Pompei possiede la fisicità del blocco per schizzi d’artista, e a differenza del suo precedente lavoro, Storeyville, ricco di dettagli, rappresenta il punto di arrivo di una ricerca minimalista su cui l’autore ha lavorato negli ultimi anni. Pompei segue l’aspirante artista di ritratti Marcus impegnato non solo a preparare i colori per il suo maestro, Flavius, ma anche a impedire che sua moglie Alba e la sua amante (una principessa romana senza nome) incrocino i loro cammini. Lo squilibrio di potere tra maestro e allievo, gli oneri e le fatiche del ruolo riflettono un elemento autobiografico: Santoro fu, per diverso tempo, assistente di Francesco Clemente. Così come risulta familiare la tensione tra Marcus e la sua ragazza, Lucia, che prova nostalgia per la città più piccola, che entrambi hanno lasciato per permettere a Marcus di inseguire il sogno di una carriera artistica nella grande città.  Il lavoro di Santoro assomiglia ai bozzetti preliminari dei migliori pittori canonici. L’autore applica indicazioni testuali ad azioni ed elementi occasionali del racconto –  come l’etichetta di un colore di vernice o il movimento di una porta – e a volte queste annotazioni assomigliano a indicazioni di scena (come in teatro). La sicurezza dei riassunti ottici di Santoro, il notevole senso di sostanza nei suoi spazi semplici, è completata dalla geometria emotiva della sua narrazione. Il triangolo tra Flavius, sua moglie e il suo amante influisce sulla vita degli altri, e il contrappunto tra gli affetti divisi di Flavius e la chiarezza della devozione di Marcus e Lucia è commovente. Quando il famigerato vulcano inizia a soffiare, il suo pennacchio di fumo sembra congelato come il pilastro di un tempio panteistico, o, come osserva Flavius, “come un albero sempreverde”. E mentre le vite individuali sono cancellabili, comprendiamo il senso dell’eterna dinamica della servitù benevola, quella di Marcus per i capricci del suo capo e quella di Flavius per i suoi impulsi. Artista e assistente si sforzano di mantenere un senso di ordine nelle loro esistenze, inconsapevoli di ciò che il destino ha in serbo per loro.  Santoro mostra il nostro passaggio nel tempo e le tracce che lascia sulla nostra conoscenza di noi stessi usando, ad esempio, gli stadi cancellati della progressione di un braccio o di una gamba per un semplice senso di movimento stroboscopico, o il contorno trasparente di una figura contro un edificio, come se stessimo già vedendo il loro eco ottico dopo che hanno lasciato lo spazio. In una scena magistrale, Marcus incontra Flavius ​​e la principessa, il suo ritratto un contorno vuoto e il suo stesso volto una figura vuota; solo Flavius, fulcro dell’attenzione, è reso in toni pieni e con dettagli identificabili.

Santoro è un narratore consumato, e la sua opera parla tanto della carne quanto della forma. Le ironie che convergono e le tenerezze che emergono mentre il disastro vulcanico si avvicina e si manifesta, e il puro orrore della sua devastazione, innalzano la storia al livello dell’arte. Ma l’essenza della vita, ci insegna Pompei, è irriconoscibile; non c’è scultura della paura, nessuna registrazione storica di sentimenti fugaci, nessuna traccia di un milione di lacrime. Questo è ciò a cui serve l’immaginazione.  Santoro sembra volerci comunicare che possiamo imparare molto da quello che è successo prima e che dobbiamo tracciare i primi segni di ciò che può accadere dopo. Interi stili di vita si sono persi nella storia e le grandi città possono cadere senza lasciare traccia, ma la lavagna vuota è sempre in attesa. E l’odissea di Frank Santoro per trovare un modo di trasmettere tutto esprimendo l’essenziale non è una ricerca per abbattere, ma per ricostruire.

Frank Santoro, pittore, fumettista e critico, pubblica i suoi primi comic books nel 1988 e scrive di fumetti dal 1995, affer­mandosi subito come una delle voci più autorevoli della scena nordamericana. Si è formato nell’ambiente delle arti figurative, al fianco di pittori come Francesco Clemente, Dorothea Rockburne e Gary Panter. Storeyville, il suo primo libro, è stato indicato da Chris Ware come una pietra miliare nella storia del fumetto. Vive a Pittsburgh, dove dirige una scuola di fumetto e editoria.

Enrico Ruocco

Enrico Ruocco

Figlio della GOLDRAKE generation, l’amore che avevo da bambino per il fumetto è stato prima stritolato dall’invasione degli ANIME, poi dall’avvento dei Blockbuster e annientato completamente dai giochi prima per PC e poi per CONSOLE.
In seguito con l’arrivo del nuovo millennio, il tanto temuto millennium bug , ha fatto riaffiorare in me una passione sopita soprattutto grazie ad INTERNET.
Era il 2000 quando finalmente in Italia internet diventava sempre più commerciale, ed io decisi di iniziare la mia avventura sul web creando il mio sito TUTTOCARTONI. Sito nato da una piccola ricerca fatta fra quello che “tirava” sul web e le mie passioni. Sappiamo bene cosa tira di più sul web … sinceramente non lo ritenni adatto a me, poi c’era lo sport, altra mia passione ma campo altamente minato. Infine c’erano i cartoon e i fumetti…beh qua mi sentivo preparato e soprattutto pensavo di trovare un mondo PACIFICO…
Man mano che passava il tempo l’interesse si spostava sempre più verso il fumetto, ed oggi, nel 2017, guardandomi indietro e senza vantarmi troppo posso considerarmi un blogger affermato e conosciuto, uno dei padri degli eventi salernitani dedicati al mondo del fumetto ma soprattutto lettore di COMICS di ogni genere.

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