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Please like me, la serie LGBT

Prima di tutto devo ringraziare il mio amico Mirko, autore di Mirko’s Scribbles, se ho potuto vedere le tante serie di cui vi parlo sulle pagine di questo portale. Poi ringrazio Michela, che invece mi ha suggerito questa bellissima e irriverente serie australiana dal titolo: Please like me.

Come dicevo, Please Like Me è una serie televisiva australiana ideata e interpretata dal comico Josh Thomas, e trasmessa dal 28 febbraio 2013 sul canale ABC2 in Australia e dal 1º agosto 2013 su Pivot negli Stati Uniti d’America. In Italia la serie è stata resa disponibile in lingua originale con sottotitoli in italiano da Netflix. Le prime tre stagioni sono state pubblicate il 2 dicembre 2016, mentre la quarta e ultima stagione il 6 febbraio 2017.

La serie è incentrata su Josh, ventenne che si rende conto di essere gay, quando, dopo aver rotto con la fidanzata Claire, verrà sedotto dal collega di un suo amico che ci prova senza troppi problemi con lui. In realtà già Claire, col suo carattere molto tranquillo e accomodante, aveva cercato di farglielo capire. Il ragazzo si troverà quindi ad affrontare questa novità, ma anche le dinamiche della sua problematica quanto bizzarra famiglia: sua madre Rose, divorziata dal marito, sta attraversando un periodo di depressione, più che altro scopriremo che è bipolare, e sua zia Peg è bigotta e irritante. Tutti i ragazzi di Josh sono molto belli e lui, che non si sente molto affascinante, ne soffre un po’, anche quando uno dei fidanzati in questione ha disagi psichici.

Divertente, malinconica e irriverente ti fa innamorare di tutti i personaggi anche quelli all’apparenza più fastidiosi, persino la “matrigna” di Josh. La maggior parte dei protagonisti, che sfilano e si intrecciano nella vita di Josh, in ogni episodio, ha comunque qualche particolarità o disturbo di personalità. Ovviamente, a me, le cose dove si parla di disturbi piacciono, e mi è dispiaciuto che la serie si sia chiusa con la quarta stagione. Josh non sa mai quando deve stare zitto, alle volte mi ricordava Sheldon Cooper e la sua mancanza di tatto, ma cerca di esprimere la sua nuova “condizione” con naturalezza. La serie si fa amare anche per questo, nonostante le sue trasgressioni, anche se ogni tanto è stereotipata e demenzialmente senza limiti. Sembra quasi assurdo come Josh riesca a sopravvivere alle sue rotture, con così tanta naturalezza, come se chiodo scacciasse chiodo, in realtà ha solo un tremendo bisogno di amare ed essere amato. La serie non mostra forzature, si lascia guardare, è naturalmente genuina, ironica, anche il lato della malattia mentale è vissuto con leggerezza, e stiamo camminando su campi minati sia per la tematica LGBT, sia appunto per quella legata ai disturbi della mente. Tra le altre cose da amare va inserita sicuramente la sigla, che cambia in ogni episodio, ma non la musica, le scene che la accompagnano e che fanno parte della vita quotidiana: un motivetto spensierato, semplice, che vi entra in testa e a fatica va via. Il mio personaggio preferito resta comunque Hannah che è l’incarnazione vivente di Tristezza di Inside Out.

E ora beccatevi la soundtrack!

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

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