Nippon.com ha riportato un’analisi approfondita in cui si mette a nudo quello che è un settore di interesse mondiale: l’animazione giapponese, parlando in particolar modo dell’incapacità di coltivare la prossima generazione di talenti.
Generazione di fenomeni o di illusi? Come ho vissuto e sto vivendo tuttora sulla mia pelle, con l’arte non si mangia e purtroppo questo è un fenomeno diffuso un po’ ovunque, tranne quei rari casi in cui, vuoi un po’ di fortuna, vuoi un talento particolare, non abbiano fatto altro che coronare un sogno che molti tengono ormai chiuso in un cassetto, a doppia mandata.
In particolare quindi, chi si affaccia sul mondo del fumetto o dell’animazione dovrà patire parecchio prima di essere coronato un giorno, forse, dal successo.
L’articolo in questione si rivolge a tutti quei giovani sparsi in tutto il mondo, che sviluppano le proprie abilità sperando di poter diventare animatori ma che si ritroveranno in bilico tra dubbi, sogni e dura realtà. Il problema sostanziale starebbe, in particolare nel salario, molto basso, specialmente nella fase iniziale si parla di circa 100.000 yen al mese (734.80€), in Italia diciamo che più o meno pagano la stessa cosa per qualsiasi tipo di lavoro, quindi non so bene se ridere o piangere, ma andiamo avanti. Il Giappone è caro, il costo della vita alto.
Per quanto riguarda il discorso relativo agli “in-betweeners”, cioè coloro che per fare pratica disegnavano scene intermedie, da frapporre alle sequenze realizzate dalle figure più importanti dello studio, mantenendo un certo livello di stile che non stonasse poi nel complesso e contribuendo, quindi a una buona formazione, apprendiamo ora che questo passaggio importante sta venendo a mancare, minando un importante fase del processo formativo. Tutto ciò renderà più complicato il lavoro da svolgere in autonomia.
Come se non bastasse, questo tipo di lavoro è stato, come accade per molte industrie, spostato in Paesi d’oltre mare, come Cina e Corea, così Giappone investe sulla formazione di risorse e talenti all’estero, penalizzando quelli che potrebbero diventare i propri futuri animatori.
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