Vi abbiamo già parlato delle origini della Festa di Halloween, ma se invece tale ricorrenza e le sue tradizioni avessero avuto origine in Italia e in particolare in Molise? Scopriamolo insieme in questo interessante articolo tratto dal blog La Terra in Mezzo. Immaginate di ritrovarvi la sera di Ognissanti a Carovilli, dove, anziché i festeggiamenti tipici che caratterizzano Halloween nel mondo anglosassone, si celebra la singolare e affascinante festa della “Mort cazzuta”. Questa ricorrenza, avvolta da un’aura di mistero e di riti antichi, offre una visione alternativa e intrigante della celebrazione dei defunti, radicata nella cultura e nelle usanze del Molise.
La “Mort cazzuta” si svolge con una ritualità che affonda le sue radici nella tradizione popolare. Durante questa festa, la comunità si riunisce per un convito speciale noto come ‘R’cummit’, una cena che diventa un momento di coesione e di celebrazione della memoria. Al centro della scena culinaria si trova un piatto tipico, le “Sagne e jierv”, che non è altro che una preparazione di sagnette fatte con farina e acqua, abbellite con verza e pancetta di maiale. Questo piatto, semplice ma ricco di sapori autentici, rappresenta il cuore della festa e il legame con la tradizione gastronomica del Molise.
Ma il convito non è solo un momento di festa tra vivi; è anche un atto di rispetto e di ricordo per i defunti. Al termine della cena, una porzione del piatto viene lasciata su un davanzale, affinché i cari defunti possano condividerne il sapore. Accanto a questa offerta culinaria, si trova una zucca svuotata, intagliata con cura e ornata da espressioni variegate, al cui interno arde una candela. Questo rito, che rievoca l’antica pratica di illuminare le zucche, ha il compito di guidare i defunti e di mantenere vivo il legame con il mondo dei vivi.
Il termine “Mort cazzuta”, che nel dialetto locale significa ‘tagliata’, rimanda all’idea di morte che veniva associata all’intaglio delle zucche. Questo gesto non è esclusivo di Carovilli; le tradizioni simili si ritrovano anche a Montemitro e Pescolanciano, dove le zucche intagliate, disposte sui davanzali e negli angoli più bui, servivano a incutere timore nei passanti. La candela all’interno delle zucche accese contribuiva a creare un’atmosfera di mistero e di rispetto per i defunti, continuando una tradizione che fa eco a quelle più celebri di Halloween.
In alcune aree del Molise, il rito del passaggio al cimitero si concludeva con una consuetudine particolarmente affascinante: dopo aver condotto il cadavere al cimitero, i familiari abbandonavano la casa per un giorno e una notte, offrendo così al defunto il tempo necessario per tornare e rifocillarsi. Questo gesto, di una delicatezza e di una riflessione profonde, testimonia il rispetto e la considerazione per le anime dei cari defunti.
Anticamente, inoltre, la tradizione prevedeva che gruppi di questuanti girassero per il paese, bussando alle porte delle abitazioni per raccogliere legumi e frutta di stagione. Questa pratica non solo rappresentava un atto di carità, ma serviva anche a consolidare il legame tra la comunità e le celebrazioni dei defunti, riflettendo un senso di condivisione e di comunità che è alla base di molte tradizioni popolari. Questi riti, con la loro ricchezza simbolica e la loro connessione profonda con la tradizione, offrono uno spaccato unico di come una comunità possa celebrare e onorare la memoria dei defunti. Che si tratti di un piatto tradizionale, di una zucca intagliata o di un giorno di riflessione, ogni gesto è carico di significato e di storia. Se avete mai pensato che Halloween fosse un’esclusiva anglosassone, vi invitiamo a scoprire e apprezzare le affascinanti e antiche tradizioni che il Molise ha da offrire.
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