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Francesco Tosi: una vita da creativo!

Illustratore, grafico, designer, creativo: Francesco Tosi, ama il disegno in tutte le sue forme e ed espressioni. Lo abbiamo incontrato per un breve scambio sullo stato della cultura in Italia, sul mondo dell’illustrazione e, ultimo ma non meno importante, sul mondo dell’editoria!

Stella Rubini: Francesco! Ben trovato sulle pagine di Satyrnet! Innanzitutto, cos’è, per te, l’illustrazione? Quanto conta nella tua vita il disegnare e come ti fa sentire quando siedi dietro ad una scrivania e crei, illustri e colori?

Francesco Tosi: Mi considero fortunato: non tutti possono lavorare e riuscire a mantenersi facendo ciò che più amano. Da questo punto di vista credo di essere un privilegiato.

Stella Rubini: A te che vivi di creatività, di cultura chiedo: qual’è la situazione culturale nel nostro Belpaese a oggi?

Francesco Tosi: Credo che la situazione culturale del nostro paese sia deprimente e le cause sono tante e complesse. Ovviamente sto parlando della cultura seria, non quella che ci propinano come tale. Prendiamo la letteratura ad esempio, un settore che ha una divulgazione molto simile al fumetto: prova ad entrare in una libreria, una delle grandi distribuzioni (ormai ci sono quasi solo quelle), nelle vetrine o negli scaffali in bella vista imperano bibite, spaghetti, gadget e i libri sono solo di comici, cuochi o di altri personaggi televisivi ma i libri, quelli veri, scritti da scrittori veri, dove sono? Sono nascosti sugli scaffali o impilati nei magazzini. E allora dimmi: come fa il giovane autore, che magari ha talento, a farsi notare e avere la possibilità di essere letto? L’unica maniera oggi per farsi conoscere è quello di partecipare a un Talent show; ce ne vorrebbe uno per scoprire giovani letterati ma, alla fine, ne gioverebbero solo belle scrittrici e scrittori palestrati. “Il mezzo è il messaggio” diceva McLuhan e nei Talent non viene scoperto chi ha un vero talento ma chi più riesce a piacere, chi “buca lo schermo”, come si dice, e le due cose sono ben differenti. Sia chiaro: non ho nulla contro la sottocultura, di cui anche il fumetto senz’altro fa parte, ma va distinta dalla cosiddetta cultura con la “C” maiuscola, proprio perché non tutto della cultura popolare può e dev’essere salvato. Dickens era considerato un autore pop ai suoi tempi, adesso dopo Chaucer, Shakespeare e Milton, viene considerato uno dei più grandi scrittori inglesi di tutti i tempi, ma quanti altri autori popolari del suo genere e della sua epoca vengono ricordati? Pratt si considerava un “fumettaro” ma sicuramente le sue opere sono più affascinanti e originali rispetto ad alcuni testi di autori studiati a scuola, non si può dire la medesima cosa di molti
suoi colleghi a lui contemporanei.

Stella Rubini: Italia e mondo dell’illustrazione: pro e contro con cui hai fatto i conti durante il corso della tua carriera?

Francesco Tosi: In Italia l’illustrazione non è mai stata apprezzata come dovrebbe. Io ho lavorato molto nell’editoria e nella pubblicità ma, da noi, è difficile essere riconosciuti per il proprio valore e soprattutto, essere pagati adeguatamente per quello.

Stella Rubini: Parliamo di Kremisi, l’avventura che condividi con Stefano Labbia, giovane autore senza dubbio dalla fervida immaginazione. Alcuni hanno accostato Kremisi al “solito” fumetto di matrice supereroistica. Io ho letto in anteprima qualcosa e devo dire che si discosta quasi totalmente dal classico prodotto “superheroes USA”. Tu che ci sei dentro… cosa ne pensi? E perché cosa ti ha spinto ad abbracciare il progetto?

Francesco Tosi: Sì, sono d’accordo con te, Kremisi non è il classico prodotto “superheroes” americano ma anche se lo fosse? Non scordiamoci che negli ultimi sessant’anni tale cultura ha prodotto delle opere memorabili; “Watchmen”, per esempio, apparve anche nella lista del “TIME” dei dieci migliori romanzi grafici e al tredicesimo posto nella classifica di Entertainment Weekly del 2007 dei migliori cento romanzi, non solo grafici, pubblicati negli ultimi 25 anni. Per non parlare di Kirby che negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, creò decine di personaggi che ancora oggi imperano nell’immaginario collettivo delle nuove generazioni di quasi tutto il mondo. Labbia non è uno di quegli autori intellettualoidi, conciliatori del sonno, che vanno di moda oggi in Italia, è un autore che ha un approccio al fumetto molto diretto e con influenze popolari ma sono pronto a scommettere che il suo lavoro avrà maggiore spessore e resterà nella storia del fumetto, più di quello dei suoi colleghi soporiferi.

Stella Rubini: Ultima domanda: l’editoria (italiana) oggi. C’è chi dice che sia in ripresa cè chi dice di no. Indipendentemente da questo, se avessi una bacchetta magica – o il potere come Kremisi che qualsiasi cosa pensi poi si avveri! – quali cambiamenti apporteresti per migliorare quest’editoria – sia da lettore che da autore, ovviamente!

Francesco Tosi: Nessuno. L’editoria, quella cartacea intendo, è moribonda. Gli editori non pagano, pretendono dagli autori che firmino contratti “capestro” e non garantiscono nulla. Come può esserci mercato in Italia? Come fa un autore a vivere d’aria? Io, se fossi un giovane fumettista, manderei a quel paese il cartaceo e mi pubblicherei autonomamente con i mezzi digitali (Apple Store, YouTube, siti web, social, ecc…) se si ha talento, al giorno d’oggi, si ha una possibilità maggiore di essere conosciuti e riconosciuti in questo modo, piuttosto che con volumi di carta distribuiti male e solo per il mercato italiano. Il digitale è il futuro anche per il fumetto.

Stella Rubini: Grazie per la disponibilità, Francesco!

di Stella Rubini

 

Redazione

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