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Disneyland: il non luogo

Nel cuore di Anaheim, a pochi chilometri da Los Angeles, sorge Disneyland, il primo parco divertimenti aperto dalla Walt Disney Company e l’unico inaugurato personalmente da Walt Disney. Inaugurato nel 1955, Disneyland non è solo un simbolo dell’era moderna, ma anche un esempio emblematico di ciò che l’antropologo francese Marc Augé definì come “non luogo”. Questo termine si riferisce a spazi come aeroporti, centri commerciali e, naturalmente, parchi divertimento, che, pur avendo una forte identità commerciale, sembrano privi di una vera e propria connessione con la storia o la cultura locale.

Nel suo libro “Disneyland e altri nonluoghi”, Augé esplora l’idea di spazi che, pur essendo permeati da un’intensa attività e da una vivace esperienza turistica, mancano di un autentico senso di appartenenza. Disneyland, con la sua architettura fantastica e il suo ambiente immaginario, si adatta perfettamente a questa definizione. La visione di Walt Disney per Disneyland era di creare un luogo dove adulti e bambini potessero divertirsi insieme, un’idea che si distaccava nettamente dai parchi di divertimento tradizionali, dove i genitori erano relegati a un ruolo passivo, mentre i bambini erano al centro dell’azione.

Walt Disney, con il suo sguardo visionario, concepì Disneyland ispirandosi a diverse fonti, tra cui i Trolley Park e gli Electric Park che fiorirono negli Stati Uniti tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Questi parchi, di proprietà di compagnie di tram e di elettricità, erano caratterizzati da illuminazioni scintillanti e da una varietà di attrazioni che spaziavano da montagne russe a spettacoli di vaudeville. L’Electric Park di Kansas City, che Disney frequentava durante la sua infanzia, ebbe una particolare influenza sul suo progetto. La luminosità e l’energia di questi parchi si riflettono nel modo in cui Disneyland è progettata, con la Main Street USA e le sue luci brillanti che evocano un senso di meraviglia e di eccitazione.

Un’altra ispirazione cruciale per Disneyland fu il parco “La Repubblica dei Bambini” in Argentina, inaugurato nel 1951. Questo parco, con la sua struttura e la sua attenzione ai dettagli, contribuì a plasmare l’idea di Disneyland, specialmente nella disposizione della Main Street e nel concetto di un’area centrale che culmina in un castello. Tuttavia, il castello di Disneyland, noto come il “Castello della Bella Addormentata”, trae ispirazione da diversi castelli europei, come il Castello di Neuschwanstein e l’Alcázar di Segovia, fondendo elementi di fantasia con architettura reale.

Nel 1939, Walt Disney iniziò a lavorare su un piano per un parco di divertimenti, e benché il progetto subì un’interruzione a causa della Seconda Guerra Mondiale, la sua visione rimase intatta. Il primo bozzetto, chiamato inizialmente “Mickey Mouse Park”, prevedeva una serie di attrazioni tra cui un carosello e una giostra ispirata a Biancaneve. Tuttavia, fu solo dopo la fine del conflitto che Disney riuscì a realizzare il suo sogno, con la costruzione di Disneyland che iniziò nel luglio del 1954 e il parco venne inaugurato il 17 luglio 1955.

Nonostante i numerosi ostacoli e i costi imprevisti, Disneyland fu accolto con entusiasmo dal pubblico. L’inaugurazione, trasmessa in diretta televisiva, attirò l’attenzione di milioni di spettatori e il parco riscosse un successo immediato. La visione di Walt Disney, di creare un luogo dove la fantasia e la realtà si incontrano, divenne una realtà tangibile, e Disneyland divenne presto un punto di riferimento per il concetto di “non luogo” – spazi creati per il divertimento e l’intrattenimento, privi di una connessione autentica con il contesto geografico o storico, ma capaci di generare un’esperienza unica e immersiva.

Oggi, a distanza di decenni dalla sua inaugurazione, Disneyland continua a essere un simbolo del successo di questa visione. Con oltre 750 milioni di visitatori nel corso degli anni, il parco ha non solo rivoluzionato il concetto di parco divertimenti, ma ha anche influenzato il modo in cui pensiamo agli spazi di intrattenimento. Disneyland ha inaugurato una nuova era di “non luoghi”, che ora possiamo trovare in centri commerciali, sale cinematografiche e aeroporti in tutto il mondo. L’eredità di Disneyland, quindi, non è solo quella di un parco tematico, ma di un fenomeno culturale che ha plasmato il nostro modo di vivere e di divertirci.

Redazione

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