Lo sviluppo dei nuovi media digitali può essere interpretato attraverso la parola chiave “convergenza” che sta ad indicare come, le tecnologie di telecomunicazione, l’informatica e i vecchi media (televisione, radio, stampa ecc.), siano entrati in un processo di metamorfosi che li porta a convergere e ad assumere caratteristiche ibride. In particolare all’inizio della rivoluzione digitale si è pensato che, i vecchi media lineari e passivi(televisione, radio, stampa) sarebbero stati assorbiti dal web. Sembrava che tutto dovesse cambiare, che i vecchi media dovessero sparire, risucchiati nel vortice della digitalizzazione e del nuovo medium interattivo internet. In realtà ciò non è mai successo, in quanto è vero che i nuovi media hanno incorporato le caratteristiche strutturali dei media antecedenti (ad esempio la radio e la televisione sono “entrate” nel web e nel telefono cellulare), ma nello stesso tempo i media tradizionali continuano a sopravvivere, rimodellando se stessi per rispondere alle sfide lanciate dai nuovi media. Si può dunque sostenere che i nuovi media digitali si affiancano, ma non sostituiscono i media tradizionali.
Per quanto riguarda la radio, va sottolineato come la rivoluzione digitale abbia modificato la fruizione radiofonica. Anzitutto essa ha favorito l’integrazione e la convergenza della radio con altri mezzi di comunicazione come internet, il telefono cellulare, la tv satellitare ecc. Inoltre la rivoluzione digitale ha favorito l’integrazione multimediale della radio con altri supporti (video, testo ecc.). Lo sviluppo della radiofonia nel mondo digitale, però è avvenuta soprattutto attraverso l’ibridazione della radio con internet, che ha comportato l’aggiunta di servizi interattivi ad un medium lineare e passivo, caratterizzato dalla forma broadcast (da uno a molti) come la radio.
L’interattività permette, ad esempio, la manipolazione del contenuto mediale in tempo reale e quindi, il potenziale coinvolgimento diretto dell’utente alla costruzione del messaggio. Viene dunque promosso il ruolo attivo dell’ utente, per cui i ruoli di emittente e audience tendono a sovrapporsi. Inoltre l’ utente ha la possibilità di personalizzare i contenuti. L’esempio più recente è costituito dal servizio “podcast” che permette di scaricare dal web palinsesti audio aggiornati con periodicità.
Un fenomeno di particolare importanza è sicuramente quello delle web radio, cioè quelle emittenti radiofoniche che trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso internet. In alcuni casi si tratta di radio tradizionali che ripetono le trasmissioni anche sul web, in altri casi invece, si tratta di emittenti che mettono a disposizione i propri programmi esclusivamente su internet.
E’ difficile indicare la data precisa della nascita della prima web radio, anche se solitamente, si colloca l’ inizio di questo fenomeno con l’ avvento del software RealAudio, realizzato da Rob Glaser nell’ Aprile del 1995. Difficile è anche dare una cifra esatta delle web radio presenti in rete a livello mondiale, soprattutto considerata l’estrema facilità con cui queste nascono oppure cessano di trasmettere i propri programmi. Nel 2002 il M.I.T. (Massachuttes institute of technology) calcolò 27.000 web radio presenti in internet e stabilmente funzionanti. Oggi tale numero sarà aumentato in maniera esponenziale.
In teoria, tutti possono creare una web radio, basta avere a disposizione un computer, una connessione a internet, il software necessario e gratuitamente reperibile, un certo numero di file audio in formato mp3, un microfono e una cuffietta; il tutto praticamente a bassissimo costo. In questo senso la radio cessa di essere unidirezionale e fa sì che l’ascoltatore diventi fornitore. Molti hanno visto nelle web radio, non solo una nuova forma di libertà d’espressione, ma anche il futuro del mezzo radiofonico stesso. A mio avviso, mentre la prima affermazione è sostanzialmente accettabile, la seconda non lo è, perché non tiene in considerazione alcune problematiche. Anzitutto bisogna sottolineare che, è vero che un programma radiofonico, grazie a internet, può raggiungere utenti sparsi in tutto il mondo, ma è anche vero che oggi, il numero di fruitori della radio tradizionale, è ancora di molto superiore rispetto a quello delle web radio. Ciò dipende da molti fattori: ad esempio dal fatto che in Italia, sono ancora molti (soprattutto i più anziani e i meno istruiti), coloro che hanno poca dimestichezza con il computer e le nuove tecnologie. Inoltre non tutti hanno a disposizione una connessione ad alta velocità, come ad esempio quella ADSL, che non garantisce ancora, la copertura dell’ intero territorio italiano.
Per quanto riguarda le radio convenzionali su internet, il problema principale riguarda il fatto che, per poter permettere l’ ascolto ad un ampio numero di utenti, esse hanno bisogno di grossi investimenti in infrastrutture, di grossi capitali. Questo perché per raggiungere un numero cospicuo di persone in internet, è necessaria un’ ampiezza di banda molto elevata, con costi di gestione elevatissimi. Per questo motivo, la maggior parte delle web radio, che non possono permettersi tali costi, sono in grado di sopportare solo un certo numero di utenti sintonizzati contemporaneamente. Alcune web radio (ad esempio Fusoradio), hanno cercato di ovviare a questo problema utilizzando il sistema peer to peer, per cui ogni ascoltatore connesso al sito, ascoltando la radio, mette automaticamente a disposizione parte della sua banda per consentire ad altri utenti di potersi sintonizzare;il che significa facile accessibilità e costi abbattuti.
Fusoradio rappresenta un esempio particolare di web radio. “E’ una radio interamente su internet, interamente gratuita, libera da qualunque tipo di censura e indipendente da qualsiasi linea editoriale”. Potenzialmente chiunque abbia un computer e una connessione a internet può diventare un web jokey e avere una propria trasmissione su Fusoradio. La modalità con cui vengono concessi gli spazi è semplice: ciascuno collegandosi al sito www.fusoradio.net può prenotare facilmente un suo spazio e trasmettere da casa propria; basta seguire le istruzioni che sono riportate sul sito per ascoltare e per trasmettere.
Il cuore di Fusoradio però è costituito da Fusolab, un laboratorio creativo e un luogo di aggregazione. FusoLab è uno spazio di 70 metri quadrati (che ha sede a Roma in via Giorgio Pitocco, 29) dove si possono trovare computer collegati a internet, programmi per realizzare montaggi audio e video, videoproiezioni, cineforum, una mediateca e anche un piccolo bar (Fusobar). Fusolab è inoltre cabina di trasmissione per la web radio Fusoradio.Questo ministudio radiofonico è a disposizione di chiunque non ha la possibilità di un collegamento inter
net veloce da casa propria.
Per concludere rimane solo da chiedersi quale potrà essere il futuro della radio. Sarà legato allo sviluppo della telefonia mobile, della tv satellitare, di internet oppure del digitale terrestre? Questo oggi è difficile prevederlo, però si può sostenere che tutte queste possibili applicazioni della radio sono ancora lontane dal poter sostituire il mezzo radiofonico tradizionale, che occupa un posto di primo piano nella dieta mediale di tutti gli italiani. Esse piuttosto, si affiancano, sono complementari ad esso.
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