La vita monotona di Montag cambia nel momento in cui inizia a chiedersi che cosa spinge le persone a rischiare la vita per i libri e che cosa possono contenere di così importante.Queste domande lo opprimono fino al punto che incomincia a rubarli, nascondendoli in una grata a casa sua. Da qui in poi l’esistenza di Montag cambia completamente, abbandona il proprio lavoro e prova a scoprire che cosa si celi in quei libri che per molti anni ha distrutto. Da pompiere e quindi distruttore diventa un lettore e va contro i suoi vecchi ideali e i suoi ex colleghi di lavoro e amici.
Addirittura nel momento in cui viene scoperto uccide il suo capo ed è costretto a scappare fuori città, vicino alle rotaie, dove si trovano coloro che ancora amano e si ricordano dei i libri. Qui Montag viene a conoscenza di molte verità, scopre che ognuna di quelle persone una volta era un docente universitario, che nessuno di loro ha avuto il coraggio di difendere la cultura e la storia. Gli ormai anziani professori gli dicono che il mondo in qui sta vivendo è corrotto e divorato da una tremenda guerra, ma nessuno ne è a conoscenza perché le persone sono talmente ipnotizzate dalle televisione che non se ne rendono conto.
Il libro si conclude con la distruzione della città da parte delle bombe e il quadro di milioni di persone che probabilmente non si sono nemmeno accorte di morire a causa del potere della televisione. Ho trovato il finale un po’ brutale anche se in fondo mi è piaciuto perché è realistico in un mondo comandato dalla disinformazione e dal solo piacere senza un briciolo di cultura storica.
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