Se sei un appassionato di Akame ga Kill! e ti sei mai chiesto cosa nasconda il passato di Akame e Kurome, il prequel Akame ga Kill! Zero è sicuramente un’opera che non puoi perderti. Akame ga Kill! Zero, il prequel della serie principale, ci offre proprio questo sguardo nel passato delle due assassine più temute dell’impero: Akame e Kurome. Un viaggio che parte dalle loro prime armi come soldatesse imperiali fino a un destino che le separerà in due fazioni opposte, le une contro le altre.
Il manga, che si è sviluppato tra il 2013 e il 2019, è stato scritto da Takahiro e disegnato da Kei Toru. La storia ci svela come Akame, la fredda e letale guerriera, ha deciso di abbandonare l’impero per unirsi alla rivoluzione, unendosi alla causa dei ribelli. Ma non è solo il passato di Akame a essere esplorato. Kurome, sua sorella, si troverà a seguire un cammino diverso, sempre più immersa nell’oscurità e nella violenza che caratterizzano il regno imperiale. La rivalità che nascerà tra le due è il cuore pulsante della trama, un dramma che definisce il loro destino.
A chi ha già amato Akame ga Kill!, Zero si rivela una lettura che arricchisce il background delle due protagoniste, approfondendo il loro legame di sangue e le scelte che le portano a diventare ciò che sono nel manga principale. La domanda che però molti si pongono è: è meglio leggere prima la serie principale o il prequel? La verità è che non c’è una risposta univoca. Se si è già letto Akame ga Kill!, la lettura di Zero aggiunge nuovi strati alla comprensione della storia, ma senza dubbio la conoscenza dei colpi di scena principali potrebbe influenzare l’esperienza di lettura. Tuttavia, non importa quale ordine si scelga, l’opera riesce comunque a mantenere il fascino e il dinamismo che ci si aspetta.
Un aspetto che colpisce subito è la caratterizzazione dei personaggi. Sebbene non si raggiunga la complessità della serie principale, la relazione tra Akame e Kurome è dipinta in modo convincente e coerente. L’autore riesce a mantenere la fedeltà ai tratti distintivi delle due assassine, ma al contempo esplora la loro evoluzione come personaggi, mostrando la loro umanità prima che diventino le macchine da guerra che conosciamo. La loro crescita emotiva e psicologica è palpabile, anche se non così potente come nella serie principale.
Per quanto riguarda i disegni, Kei Toru fa un lavoro straordinario. La qualità grafica è impeccabile e si mantiene sui livelli elevati di Akame ga Kill!: combattimenti frenetici, espressioni intense e scene di azione che catturano l’attenzione in ogni pagina. La maestria nei disegni è uno degli aspetti che conferisce al manga la sua energia visiva, e per i fan delle battaglie mozzafiato, questo prequel non deluderà.
La trama di Akame ga Kill! Zero, seppur interessante, non è un capolavoro assoluto. Sebbene il manga sia avvincente, non riesce a raggiungere la stessa intensità narrativa della serie principale, che ha lasciato il segno con il suo mix di azione, dramma e twist. In Zero, i combattimenti sono sì avvincenti, ma la storia si concentra più sulla costruzione dei personaggi e sulle loro motivazioni. Non è un’opera che stravolge, ma si inserisce bene nell’universo di Akame ga Kill!, offrendo un approfondimento utile ma non imprescindibile.
Un punto interessante di Zero è come gestisce il fanservice. Pur essendo presente, è dosato in modo equilibrato. Non c’è mai l’eccesso che potrebbe risultare fastidioso, ma viene usato in modo funzionale alla narrazione. Non è l’elemento principale, ma sicuramente aggiunge una nota di leggerezza in mezzo a scene molto intense. Anche la comicità, sebbene strida un po’ con il tono splatter e drammatico del manga, è un respiro d’aria fresca. Tra un combattimento sanguinoso e l’altro, qualche battuta di troppo riesce a sdrammatizzare l’atmosfera e dare al lettore un momento di relax prima di immergersi nuovamente nella violenza.
In definitiva, Akame ga Kill! Zero è una lettura che farà la felicità di chi ha apprezzato la serie principale e desidera scoprire di più sulle origini delle due protagoniste. Anche se non raggiunge la stessa potenza emotiva del manga principale, il prequel è comunque un buon racconto, con ottimi disegni, combattimenti intensi, un po’ di fanservice e una buona dose di comicità che spezza la tensione. Non sarà un capolavoro, ma è senza dubbio un’ottima aggiunta all’universo di Akame ga Kill! e un must per ogni vero fan dell’opera.
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