Fruits Basket è un manga shōjo che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. Scritto e disegnato da Natsuki Takaya, è stato serializzato in Giappone sulla rivista Hana to Yume dal 18 luglio 1998 al 20 novembre 2006, per poi essere pubblicato in 23 volumi. Nel 2001, l’opera ha vinto il premio Kodansha nella categoria shōjo, riconoscimento che ha segnato un passo importante nella carriera dell’autrice. Con oltre 18 milioni di copie vendute solo in Giappone, Fruits Basket è diventato un classico del genere, celebrato anche con adattamenti anime e un seguito dal titolo Fruits Basket Another, pubblicato tra il 2015 e il 2019.
La trama ruota attorno a Toru Honda, una giovane ragazza che, dopo la morte della madre, si ritrova a vivere in una tenda nel bosco, lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia. La sua vita, inizialmente segnata dalla sfortuna e dal dolore, cambia quando incontra Yuki Soma, un affascinante compagno di scuola, che la accoglie nella sua casa insieme ai suoi cugini Shigure, un brillante romanziere, e Kyo, un ragazzo introverso con cui Toru ha un rapporto complicato. Ma ciò che Toru non sa è che la famiglia Soma nasconde un terribile segreto: ogni membro della famiglia si trasforma in uno degli animali dello zodiaco cinese ogni volta che viene abbracciato da una persona del sesso opposto. Questa maledizione, che all’inizio può sembrare un gioco divertente, si rivela ben presto essere una condanna che marca profondamente le vite dei suoi portatori.
La protagonista, Toru, è un personaggio che inizialmente può sembrare troppo “perfetto” e “buono”, un’eroina che, con la sua positività e la sua disponibilità verso gli altri, riesce a entrare nel cuore di chiunque. Nonostante il suo ottimismo, Toru non è immune alla sofferenza. La sua innata bontà e la sua capacità di accettare gli altri, anche nelle loro imperfezioni, la rendono un personaggio che ispira simpatia, ma anche una certa frustrazione in chi desidera una protagonista con più sfumature di complessità. Toru, infatti, sembra essere più un catalizzatore di cambiamenti nelle persone che un agente attivo di crescita personale. Tuttavia, la sua innocenza e purezza sono proprio ciò che permette di aprire le porte al mondo emotivo dei membri della famiglia Soma, ognuno dei quali porta con sé un carico di dolore e segreti irrisolti.
Ciò che rende Fruits Basket davvero speciale, però, non è solo la figura di Toru, ma la profondità psicologica e l’evoluzione emotiva degli altri personaggi, che vanno ben oltre la semplice superficie. Ogni membro della famiglia Soma è un universo a parte, caratterizzato da traumi, conflitti e relazioni familiari complesse. Yuki, il “principe” della scuola, è intrappolato nel ruolo di perfetto e amato, ma dietro la sua maschera si nascondono paure e un’incertezza che lo tormentano. Kyo, d’altro canto, è il “gatto” dello zodiaco, sempre in lotta con la sua natura e la sua maledizione, eppure è proprio grazie a Toru che inizia a fare i conti con se stesso. Shigure, il romanziere, è un personaggio affascinante e enigmatico, il cui comportamento ambiguo e il cui sorriso ironico celano una tristezza profonda, mentre altri personaggi come Akito e Hatori sono complicati da decifrare, racchiudendo dentro di sé un misto di amore, vendetta e solitudine.
Il manga si distingue per la sua capacità di trattare temi universali con una delicatezza rara: il rapporto tra genitori e figli, la lotta con il proprio destino, l’accettazione di sé e degli altri. La maledizione dei Soma diventa, così, una metafora per tutte quelle “catene” invisibili che ci legano e ci definiscono, ma che, allo stesso tempo, ci impediscono di essere veramente liberi. La famiglia Soma è il cuore pulsante di Fruits Basket, e ogni membro della famiglia incarna un aspetto diverso del conflitto umano, che può essere difficile da affrontare, ma che alla fine è anche fonte di redenzione.
Non mancano i momenti di leggerezza e le scene comiche che alleggeriscono la narrazione, spesso attraverso gag divertenti e il ricorso al “super deformed” dei personaggi. Toru, ad esempio, viene spesso rappresentata come un onigiri (una polpetta di riso), un richiamo a un episodio della sua infanzia, quando, giocando a “Fruit Basket”, veniva esclusa dal gioco proprio perché il suo frutto non era un frutto. Questo piccolo dettaglio, che all’inizio sembra insignificante, diventa simbolico del percorso di Toru all’interno della famiglia Soma, un viaggio di accettazione che si intreccia con il significato stesso del titolo dell’opera.
Dal punto di vista grafico, Natsuki Takaya presenta uno stile che evolve nel corso della storia. I disegni iniziano con linee più appuntite e semplici, ma si raffinano man mano che la trama si sviluppa, rispecchiando la crescita dei personaggi, sia in senso emotivo che fisico. I volti dei personaggi tendono ad avere lineamenti simili, ma cambiano a seconda del loro stato d’animo, creando una forte connessione tra la loro psicologia e il loro aspetto. L’uso del contrasto tra luce e ombra, inoltre, è uno degli elementi più potenti della narrazione visiva, sottolineando la dicotomia tra il mondo luminoso e innocente di Toru e l’oscurità che avvolge la maledizione dei Soma.
Fruits Basket è, quindi, un’opera che esplora in modo profondo i temi dell’accettazione, della rinascita e dell’amore. La sua malinconia si mescola con momenti di speranza e riscatto, rendendo la storia non solo un viaggio attraverso le difficoltà della vita, ma anche un’esperienza di crescita per chi legge. Questo manga, sebbene inizi come una classica storia shōjo, si trasforma ben presto in qualcosa di più complesso e sfaccettato, capace di toccare le corde più intime dell’animo umano. Per tutti coloro che si avvicinano al mondo dei manga, Fruits Basket è una lettura imprescindibile, che lascia il segno e che resta nel cuore molto tempo dopo l’ultima pagina.
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