Un misterioso evento avvenuto in Giappone all’inizio del XIX secolo presenta sorprendenti somiglianze con i moderni racconti di UFO. Nel 1803, una nave dalla forma rotonda approdò sulla costa giapponese. Da essa emerse una donna bellissima, vestita con abiti strani e in possesso di una scatola. Incapace di comunicare con la gente del posto, la donna presentava una scrittura misteriosa sul suo vascello.
Questa storia di una utsurobune, o “nave vuota”, avvenuta nella provincia di Hitachi (ora prefettura di Ibaraki), è raccontata in diverse cronache del periodo Edo (1603-1868). Tanaka Kazuo, professore emerito dell’Università di Gifu, ha dedicato anni allo studio di questo affascinante episodio. Cosa lo ha spinto ad abbandonare il suo principale campo di ricerca, l’ottica applicata, per indagare su questo curioso evento? E cosa accadde realmente?
“Come un disco volante”
Tanaka racconta di aver iniziato a ricercare la nave dopo gli attacchi mortali con sarin alla metropolitana nel 1995 da parte del culto Aum Shinrikyō. “C’era molta attenzione sulle profezie e sulle affermazioni del fondatore di Aum, Asahara Shokō, che sosteneva di poter levitare in aria. Eppure, i membri più anziani del culto erano scienziati di alto livello. Ho iniziato a tenere conferenze sui fenomeni paranormali da una prospettiva scientifica, raccogliendo materiale didattico come storie di UFO negli Stati Uniti e folklore giapponese. È stato così che ho incontrato la leggenda dell’utsurobune. Molto prima delle storie di UFO americane, il velivolo raffigurato nei documenti giapponesi del periodo Edo, per qualche strana ragione, sembrava un disco volante. Questo mi ha davvero incuriosito”.
Gli UFO divennero un fenomeno di massa dopo che i media riportarono la testimonianza dell’uomo d’affari statunitense Kenneth Arnold, che il 24 giugno 1947 affermò di aver visto “dischi volanti”. Seguirono una valanga di storie simili da tutto il mondo. Il caso più famoso è quello di un presunto UFO che si sarebbe schiantato a Roswell, nel New Mexico, nel luglio del 1947. “Alla fine, però, non furono trovati rottami o corpi alieni”, spiega Tanaka. “C’era solo la testimonianza ambigua dei testimoni. La stessa situazione si è verificata con tutte le altre storie di UFO nel mondo: misteri senza prove concrete. La leggenda dell’utsurobune, invece, offre una serie di documenti da esaminare come indizi, rendendola un mistero con una base concreta per i ricercatori”.
Il resoconto di un ninja
Un libro pubblicato in inglese da Tanaka Kazuo sulla sua ricerca. La copertina presenta un’illustrazione tratta da Toen shōsetsu (Racconti di Toen; 1825).
Esistono diverse tradizioni orali simili su “navi vuote” risalenti al periodo Edo in tutto il Giappone. La ricerca di Tanaka si concentra sui vari documenti che descrivono l’incidente del 1803 a Hitachi, i quali includono illustrazioni di una bella donna e di uno strano vaso, seppur con date differenti. Tra le fonti più importanti troviamo il Toen Shusetsu (Racconti di Toen), una raccolta di storie fantastiche del 1825 compilata dal circolo letterario Toenkai e curata da Kyokutei Bakin, famoso per il suo lungo romanzo storico romantico Nansō Satomi hakkenden (Le cronache dei cani di otto colori). Altre fonti includono l’opera del 1844 di Nagahashi Matajirō Ume no chiri (Polvere di prugna), così come collezioni come Ōshuku zakki (Note di Ōshuku), Hirokata zuihitsu (Saggi di Hirokata) e Hyōryūki-shū (Racconti di naufraghi), che raccoglie storie di navi straniere approdate in Giappone e di giapponesi naufraghi.
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