Gianluca FallettaImmaginate un mondo in cui la linea tra realtà e immaginazione si dissolve, un mondo costruito interamente dalla magia della computer grafica. Questo è “Final Fantasy: The Spirits Within,” un film nato dalla mente geniale di Hironobu Sakaguchi, il celebre game-designer dietro i primi capitoli della famosa serie di giochi di ruolo. Con le musiche evocative di Elliot Goldenthal, noto per le sue colonne sonore in capolavori come “Alien³” e “Intervista col Vampiro,” il film prometteva di essere un’esperienza unica e innovativa.
Un’Opera Pionieristica
“Final Fantasy: The Spirits Within” è stato il primo lungometraggio fotorealistico interamente generato in computer grafica, un traguardo senza precedenti nel mondo del cinema. Nonostante il suo primato come il film più costoso ispirato a un videogioco, l’opera non è riuscita a ottenere il successo commerciale sperato. La sua trama, pur non ricalcando alcun capitolo specifico della saga videoludica, si ispira alla teoria di Gaia, concependo il pianeta come un’entità vivente.
La Trama: Una Terra in Pericolo
Siamo nel 2065 e la Terra è infestata dai Phantoms, misteriose forme di vita aliene che possono estrarre e consumare le anime umane al semplice contatto. I sopravvissuti vivono in città protette da barriere, ma la popolazione è drasticamente ridotta a una frazione minima. La scienziata Aki Ross, tormentata da sogni ricorrenti, collabora con il Dr. Cid alla ricerca di otto forme di vita che potrebbero contenere uno spirito. Questi spiriti, una volta riuniti, potrebbero essere la chiave per annientare i Phantoms.
Aki, contagiata dai Phantoms, riesce a isolare temporaneamente l’infezione grazie all’aiuto del “quinto spirito.” Si unisce poi alla squadra militare Deep Eyes, guidata da Gray Edwards, un suo vecchio amore. Insieme a loro, i soldati Ryan Whittaker, Neil Fleming e Jane Proudfoot affrontano la minaccia rappresentata dal generale Hein, impazzito dopo la perdita della sua famiglia e deciso a utilizzare misure drastiche che potrebbero distruggere il pianeta.
Il Cuore del Film
Il personaggio di Aki Ross, chiamato così da Sakaguchi in memoria della madre scomparsa, incarna il tema centrale del film: una riflessione profonda sulla vita, la morte e lo spirito. Sakaguchi, influenzato dall’ipotesi di Gaia, ha voluto esplorare questi temi ambientando la storia sulla Terra, diversamente dai mondi fantastici dei videogiochi di Final Fantasy.
Critici come Dan Mayers hanno sottolineato come il film affronti tematiche familiari ai fan della serie: un gruppo di eroi che lottano contro un’apocalisse globale, acquisendo conoscenze e rafforzando i legami tra loro. Livia Monnet, nel suo libro “Robot Ghosts and Wired Dreams,” evidenzia come il film rielabori la nozione di vita in chiave neovitalista ed evoluzionaria, sollevando domande importanti sulla vita e la morte nel contesto della biologia, della cibernetica e della fantascienza.
Critiche e Riconoscimenti
Nonostante l’innovazione tecnologica e la profondità tematica, “Final Fantasy: The Spirits Within” ha ricevuto critiche per il titolo, considerato ingannevole dai fan della saga videoludica. La trama, ritenuta riciclata e prevedibile, la love story tra Aki e Gray troppo palese, e le motivazioni del villain poco approfondite sono stati punti deboli evidenziati dalla critica. Tuttavia, il film è stato lodato per la sua critica bellica, la dedizione dei ricercatori e l’interpretazione dei sogni, con un ritmo incalzante e una messa in scena immersiva.
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