Viral su TikTok, vietata a scuola, accusata di favorire il cyberbullismo: Ten Ten è l’app del momento che divide e conquista.
Nata in Francia da un’idea semplice – trasformare lo smartphone in un walkie-talkie – Ten Ten ha conquistato in pochissimo tempo la Generazione Alpha, spopolando su TikTok grazie a video virali di scherzi esilaranti.
Ma dietro il divertimento si nascondono ombre e perplessità. L’app, che permette di inviare messaggi vocali che vengono riprodotti anche a schermo bloccato, ha scatenato l’allarme delle autorità francesi, preoccupate per il rischio di molestie e violazione della privacy.
Come funziona Ten Ten?
Il meccanismo è semplice: si scarica l’app, si crea un profilo e si condivide il proprio PIN con gli amici. A questo punto, basta premere un tasto per registrare un messaggio vocale che verrà trasmesso in tempo reale all’amico, anche se il suo telefono è bloccato.
Perché piace così tanto?
La semplicità, l’immediatezza e la possibilità di fare scherzi divertenti sono le chiavi del successo di Ten Ten. I video di questi scherzi, spesso innocenti e irrispettosi, hanno spopolato su TikTok, facendo dell’app un fenomeno virale.
Ma quali sono i rischi?
L’app non ha limiti al numero di amici e il PIN può essere condiviso sui social, esponendo gli utenti a potenziali contatti da parte di sconosciuti. Inoltre, la possibilità di ricevere messaggi vocali anche a schermo bloccato può essere fonte di disagio e persino di cyberbullismo.
Le autorità francesi hanno lanciato l’allarme, sottolineando la scarsa attenzione al controllo e la facilità con cui i ragazzi condividono informazioni sensibili. La startup francese che ha sviluppato l’app respinge le accuse e dichiara di non raccogliere dati degli utenti e di non avere ancora deciso come monetizzare il successo.
Ten Ten: divertimento innocuo o pericolo nascosto?
Il dibattito è aperto. L’app ha sicuramente i suoi lati divertenti, ma è importante non sottovalutare i potenziali rischi. I genitori dovrebbero essere consapevoli di come i loro figli la utilizzano e sensibilizzarli sui pericoli del cyberbullismo e della condivisione di informazioni personali online.
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