In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale si impone come un imperativo per imprese e governi di tutto il mondo, il telelavoro, anche noto come lavoro a distanza o telependolarismo, emerge come una soluzione capace di rivoluzionare non solo il panorama occupazionale, ma anche ridurre in modo significativo l’impatto ambientale. Facilitato dall’uso sempre più diffuso di strumenti informatici e telematici, il telelavoro consente a dipendenti e datori di lavoro di svincolarsi dalla rigidità degli uffici fisici, permettendo un’organizzazione del lavoro che si adatta alle necessità individuali e collettive. Questo approccio non va confuso con il lavoro agile, una modalità in cui il lavoratore è libero di decidere quando e dove svolgere la propria attività senza un luogo fisso.
Lo scoppio della pandemia di COVID-19 ha accelerato l’adozione globale del telelavoro, trasformandolo da soluzione temporanea a pilastro stabile di molte imprese. Secondo uno studio condotto a livello internazionale, l’adozione di un modello lavorativo ibrido, che combina telelavoro e presenza in ufficio, ha portato a un risparmio energetico fino al 20% per molte aziende. Tale risparmio si traduce in bollette meno gravose e una riduzione delle emissioni di carbonio, segnando una svolta importante nel modo in cui concepiamo il lavoro e il suo impatto sull’ambiente.
Ma come è possibile che il semplice fatto di lavorare da casa possa avere ripercussioni così tangibili sulla sostenibilità? La risposta risiede nella riduzione della necessità di spazi fisici per uffici. Grazie all’adozione del telelavoro, molte aziende hanno iniziato a ridurre le dimensioni dei propri spazi di lavoro, o addirittura a rinunciarvi del tutto, affidandosi a centri di coworking oa uffici flessibili, posizionati strategicamente vicino alle abitazioni dei dipendenti. Questa flessibilità non solo riduce i costi operativi, ma diminuisce anche drasticamente l’energia necessaria per riscaldamento, raffreddamento e illuminazione degli spazi, oltre a tagliare le emissioni legate agli spostamenti giornalieri.
Un’indagine ha rivelato che l’84% delle aziende che hanno adottato il telelavoro in modo strutturato ha registrato una significativa riduzione delle proprie emissioni di CO2. Questo dato non solo conferma i benefici ambientali, ma suggerisce anche che il telelavoro possa diventare un componente centrale nelle strategie di sostenibilità aziendale del futuro.
In Italia, questa tendenza ha trovato terreno fertile. La pandemia ha fatto da acceleratore, imponendo a molte aziende di sperimentare il telelavoro come soluzione d’emergenza. Secondo i dati di McKinsey & Company, il 58% delle aziende italiane consentiva il lavoro da remoto almeno parzialmente nel 2023, contro il 35% del 2019. Questo salto rappresenta un cambiamento radicale per il mercato del lavoro italiano, tradizionalmente caratterizzato da una cultura d ‘ufficio molto radicata. Le aziende italiane hanno potuto beneficiare non solo di un maggiore risparmio energetico, ma anche di un aumento della produttività e della soddisfazione dei dipendenti, che trovano nel telelavoro una maggiore conciliazione tra vita privata e professionale.
Nonostante questi risultati incoraggianti, non mancano le sfide. Alcuni settori, come la manifattura e l’edilizia, restano ancorati a modelli di lavoro in presenza, difficilmente compatibili con il telelavoro. Inoltre, la mancanza di una cultura aziendale condivisa e le difficoltà nella gestione e supervisione da remoto possono ostacolare una più ampia diffusione di questa pratica.
Ciononostante, il futuro sembra essere orientato verso un modello di lavoro sempre più ibrido, in cui la presenza in ufficio si alterna al lavoro da remoto. Le aziende che sapranno integreranno questo approccio flessibile nelle loro strategie operative saranno in grado di offrire ai dipendenti maggiore autonomia, riducendo nel contempo i costi operativi e migliorando il proprio profilo di sostenibilità.
Il telelavoro, dunque, non è solo una risposta temporanea a una crisi globale, ma una trasformazione profonda del modo in cui concepiamo il lavoro. Se da un lato questo modello offre vantaggi immediati in termini di produttività e risparmio energetico, dall’altro rappresenta una delle soluzioni più promettenti per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. In un mondo in cui la resilienza e la sostenibilità sono sempre più al centro dell’agenda, il telelavoro appare come uno degli strumenti più potenti per ridefinire il futuro del lavoro e dell’ambiente.
E guardando al futuro, con la crescente diffusione di tecnologie sempre più sofisticate, possiamo aspettarci che il telelavoro continui ad evolversi, portando benefici non solo alle imprese e ai lavoratori, ma all’intera collettività.
Fonte: prontobolletta.it/news/telelavoro-risparmio-energetico-italia/
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