Nel mondo del cinema, pochi simboli sono rimasti impressi nella memoria collettiva come il celebre codice verde di “The Matrix”. Questi caratteri che scivolano incessantemente sullo schermo sono diventati un’icona della pellicola diretta dalle sorelle Wachowski. Ma cosa significano veramente quei numeri e lettere? Sono semplicemente un insieme di caratteri indecifrabili o nascondono qualcosa di più profondo? A un esame più attento, emerge una verità sorprendente: il codice non è altro che una serie di ricette di sushi, scritte in giapponese.
Simon Whiteley, scenografo e creatore di questo famoso codice, ha recentemente svelato il segreto dietro la creazione di uno degli elementi più distintivi di “The Matrix”. In un’intervista rilasciata a CNET, Whiteley ha rivelato che l’ispirazione per il codice verde derivava da un lotto di ricette di sushi, frutto del lavoro di sua moglie, di origine giapponese. Questa curiosità affascinante non solo aggiunge una nuova dimensione al film, ma dimostra anche l’attenzione ai dettagli che caratterizza il lavoro delle sorelle Wachowski.
La scelta del codice verde come elemento visivo di “The Matrix” ha avuto un impatto duraturo e simbolico.
La pellicola, che debuttò nel 1999, è diventata un capolavoro del cinema fantascientifico e ha influenzato innumerevoli altri lavori nel genere. “The Matrix” esplora un futuro dominato dalle macchine, proponendo una realtà virtuale in cui l’umanità è sottoposta a un mondo artificiale. Con il suo approccio innovativo e la sua narrazione complessa, il film ha catturato l’immaginazione del pubblico e dei critici. I primi tre capitoli della serie, usciti tra il 1999 e il 2003, hanno ottenuto recensioni entusiastiche e hanno spinto i Wachowski a produrre due seguiti: “Matrix Reloaded” e “Matrix Revolutions”. Nonostante il secondo e il terzo capitolo non abbiano replicato il successo del primo, “Matrix Reloaded” ha avuto un ottimo rendimento al botteghino, confermando la forza del franchise. Nel 2003, è stato inoltre distribuito “Animatrix”, un film collettivo d’animazione che raccoglie nove cortometraggi ispirati alla serie. Dopo un intervallo di diciott’anni, “Matrix Resurrections” ha segnato il ritorno della saga nel 2021. Questo quarto capitolo ha riportato in scena i protagonisti originali, Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss, affiancati da nuovi talenti come Yahya Abdul-Mateen II e Jessica Henwick. Il film ha avuto una risposta mista dalla critica, ma ha comunque confermato l’impatto duraturo di “Matrix” nel panorama cinematografico.
Tornando al mistero del codice verde, Whiteley ha spiegato che le ricette di sushi, codificate per l’occasione, furono digitalizzate da Justin Marshall, un artista di effetti visivi di Animal Logic. L’idea originale prevedeva che il codice scorresse da sinistra a destra, come nella scrittura occidentale. Tuttavia, per aumentare l’impatto visivo e l’effetto emotivo, le Wachowski optarono per un movimento dall’alto verso il basso. Questa scelta non solo ha migliorato l’estetica della scena, ma ha anche conferito al codice un aspetto più enigmatico e suggestivo. Whiteley e sua moglie hanno scelto di mantenere il titolo esatto del libro di ricette segreto, rivelando solo che si tratta di una rivista giapponese. Questo libro, benché non accessibile ai più, ha contribuito a dare vita a uno dei simboli più distintivi della cinematografia moderna. Nonostante le ricette siano state trasformate in codice, il fascino di questo elemento visivo continua a stimolare la curiosità e l’interesse degli appassionati, in particolare quelli di origine giapponese, che potrebbero cercare di decifrare il mistero.
Il codice di “The Matrix” rappresenta un’affascinante fusione di cultura e tecnologia, un simbolo visivo che, pur essendo composto da elementi apparentemente casuali, racchiude una storia ricca di dettagli e significati. Con la rivelazione del suo vero significato, questo mistero cinematografico aggiunge una nuova dimensione alla già complessa e affascinante narrativa di “The Matrix”.
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