Arriva nel 1971 la prima serie tv dedicata ad un manga che in Giappone spopolava oramai già da molto tempo, Rupan Sansei, conosciuto in Italia come LupinIII. Vincendo le resistenze di Monkey Punch, che nel 1967 lo aveva creato e che non vedeva di buon occhio i cartoni giapponesi dell’epoca, i responsabili della Tokio Movie Shinsha riuscirono a convincerlo ma, poiché le storie mal si adattavano ad una trasposizione nuda e cruda in TV (troppo brevi), il personaggio uscito dalla sua matita venne reinventato sia nella caratterizzazione grafica (più arrotondata ed “umana”), sia nelle storie, meno crude e maggiormente destinate ad un pubblico eterogeneo. Ecco quindi che prende forma una delle serie più amate dagli adolescenti giapponesi ed italiani, quella con Arsenio Lupin in giacca verde. Amata sì, per la caratterizzazione “adulta” dei primi episodi, ma anche per il tratto scanzonato della seconda parte della serie (affidata al trio Miyazaki-Takahata-Otsuka), dove la patina di violenza ed erotismo vengono sacrificate per ottenere un Lupin geniale, divertito e divertente. La serie si caratterizza anche per la sua anomala brevità, appena 23 episodi (il minimo per una serie giapponese).
Nella prima stagione di messa in onda il cartone non trovò quel successo che invece il pubblico gli tributò qualche anno dopo (tanto che in un sondaggio venne votato come uno dei primi cinque migliori show trasmessi dalla televisione giapponese), e quindi ecco spiegate le continue riproposizioni, fino a quando non si decise di dare vita ad una nuova serie. Ciò non toglie che l’originale LupinIII rimane senz’altro una delle perle della cinematografia di animazione nipponica arrivate nel nostro Paese in quell’epoca, come dimostra il fatto che ancora oggi regga il passo con produzioni ben più moderne.
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