Il 2 agosto 1999, il mondo del cinema fu scosso da una pellicola che non solo ridefinì il genere del thriller paranormale, ma instaurò anche una nuova comprensione della morte e del dopo-vita: “Il Sesto Senso” di M. Night Shyamalan. A distanza di 25 anni, il film continua a essere considerato un capolavoro, capace di sorprendere e coinvolgere il pubblico con la sua trama avvincente, l’atmosfera inquietante e il suo celebre colpo di scena.
Il film, che vede protagonisti Bruce Willis, Haley Joel Osment, Toni Collette e Olivia Williams, narra la storia di Cole Sear, un bambino di nove anni dotato di un dono inquietante: può vedere e comunicare con i morti. Questa capacità lo trascina in un mondo di angoscia e isolamento, dove i fantasmi che incontra non sono solo spettri inquietanti, ma anime in cerca di aiuto. Al suo fianco c’è il dottor Malcolm Crowe, uno psicologo infantile, che accetta di lavorare con Cole dopo essere stato gravemente ferito da un suo ex paziente. La relazione tra Crowe e Cole diventa il cuore pulsante del film, un legame che esplora non solo il mistero della comunicazione con i defunti, ma anche le dinamiche personali e professionali del dottore stesso.
L’inizio del film introduce un episodio drammatico: Crowe, dopo aver ricevuto un premio per il suo lavoro, viene aggredito e ferito gravemente dal suo ex paziente, Vincent Grey, che si suicida davanti ai suoi occhi. Questo evento traumatico segna profondamente Crowe, che, un anno dopo, accetta il caso di Cole, un bambino che manifesta sintomi di ansia e isolamento simili a quelli di Vincent. Crowe si sforza di instaurare un rapporto di fiducia con Cole, un compito arduo vista la reticenza del bambino a parlare del suo segreto. Nel frattempo, la vita di Crowe è segnata da una crisi coniugale. La sua relazione con la moglie Anna è deteriorata; la donna sembra distante, non parla con lui e non indossa più l’anello di matrimonio. Crowe, concentrato sul suo lavoro con Cole, cerca di risolvere i problemi con la moglie, ma le sue azioni sembrano vane. È solo attraverso il suo rapporto con Cole che Crowe inizia a comprendere meglio se stesso e il suo ruolo. La rivelazione più sconvolgente del film arriva quando Crowe scopre che, come Cole aveva detto, lui stesso è un fantasma. Questa scoperta avviene attraverso una registrazione di una seduta con Vincent, dove si sente una voce che dice “Ti vedo”. Crowe realizza di essere morto la notte dell’aggressione e di essere rimasto bloccato nel mondo dei vivi. La sua missione, quindi, era quella di aiutare Cole a comprendere e accettare la sua capacità, e allo stesso tempo, a fare pace con il suo passato.
La narrazione di “Il Sesto Senso” si distingue per la sua abilità nel creare suspense e mantenere alta la tensione. Shyamalan gioca con le aspettative degli spettatori, nascondendo il colpo di scena finale in modo astuto, facendo apparire la storia come lineare e plausibile fino all’ultimo momento. Il film alterna momenti di paura e angoscia a momenti di tenerezza e commozione, offrendo una riflessione profonda sulla morte, la vita e le relazioni umane. Non è solo un thriller sovrannaturale, ma una meditazione sulla transizione tra la vita e la morte, e su come le scelte e le conseguenze plasmino la nostra esistenza.
La regia di Shyamalan è raffinata ed efficace, creando un’atmosfera suggestiva attraverso una fotografia cupa e una scenografia curata. La colonna sonora, evocativa e inquietante, contribuisce a costruire la tensione e l’angoscia che pervadono il film. Le interpretazioni di Bruce Willis e Haley Joel Osment sono straordinarie. Willis, con la sua sobrietà e sensibilità, dona profondità al personaggio di Crowe, mentre Osment, con la sua interpretazione intensa e naturale, rende Cole un personaggio memorabile e toccante.
“Il Sesto Senso” non solo ha avuto un grande successo di pubblico e critica, con sei nomination agli Oscar, ma ha anche segnato un’importante svolta nella carriera di Shyamalan, che è diventato uno dei registi più noti del cinema contemporaneo. Il film ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema, rinnovando il genere del thriller e dell’horror con una nuova visione della morte e dell’aldilà. Esattamente 25 anni fa, Shyamalan portava sul grande schermo un’opera che ha ridefinito il rapporto tra il thriller e l’horror, lasciando un segno profondo e duraturo nella memoria del pubblico.
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