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Olivetti Studio 42: la prima macchina da scrivere semi-standard

La Olivetti Studio 42 è una macchina da scrivere meccanica semi-standard, ovvero con caratteristiche e prestazioni intermedie tra quelle professionali e quelle portatili. Fu progettata nel 1935 da Ottavio Luzzati, con il design degli architetti Figini e Pollini e del pittore Xanti Schawinsky, e fu prodotta fino al 1950, quando fu sostituita dalla Olivetti Studio 44.

La Studio 42 è considerata una delle macchine da scrivere più belle e innovative della storia, sia per la sua forma arrotondata e aerodinamica, sia per le sue varie colorazioni disponibili: oltre al classico nero, si poteva scegliere tra il rosso, il grigio, il marrone e il celeste. La tastiera era del tipo QZERTY, tipico delle macchine italiane, e non aveva i tasti per il numero 1 e lo zero, che si ottenevano con le lettere l (elle) minuscola e O (o) maiuscola.

La Studio 42 era pensata per un pubblico di clienti privati, liberi professionisti e studi professionali, che volevano una macchina da scrivere economica, leggera e facile da trasportare. Infatti, la macchina era dotata di una maniglia per essere portata come una valigetta e di una custodia in legno ricoperta di finta pelle nera per proteggerla dai colpi. La Studio 42 era anche un simbolo di modernità e di stile, tanto da essere usata da personaggi famosi come Ernest Hemingway e Federico Fellini.

La Studio 42 fu un successo commerciale per la Olivetti, che ne vendette oltre un milione di esemplari in tutto il mondo. Fu anche premiata con il Compasso d’Oro ADI nel 1949 e entrò nella collezione permanente del MoMA di New York nel 1952. Oggi la Studio 42 è un oggetto di culto per gli appassionati di design e di scrittura, che ne apprezzano la bellezza e la funzionalità.

maio

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Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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