Il Giappone è uno dei paesi più all’avanguardia nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA). In particolare, il paese ha un approccio unico all’IA generativa, che consente l’uso di dati protetti da copyright per addestrare le macchine.
L’ispirazione di questo principio sta nel fatto che l’addestramento della macchina viene in qualche modo equiparato al modo in cui funziona l’ispirazione creativa umana. I modelli di IA, infatti, scansionano il web per catalogare le immagini, allo stesso modo in cui una persona deve guardare una serie di immagini di Pablo Picasso per identificarne ciò che lo distingue da altre opere.
L’approccio giapponese è basato su tre pilastri:
- Dignità: una società che rispetta la dignità umana
- Varietà e inclusione: una società dove persone con origini diverse possono perseguire il proprio benessere
- Sostenibilità: una società sostenibile
In base a questi pilastri, il governo giapponese ha definito sette principi chiave per la regolamentazione delle intelligenze artificiali:
- Umano-centrico: le intelligenze artificiali non devono violare i diritti fondamentali e devono essere sviluppate per espandere le capacità delle persone.
- Educazione: le persone devono essere abilitate all’uso di queste macchine.
- Protezione della privacy: la sfera privata e intima delle persone deve essere tutelata.
- Garanzia della sicurezza: un equilibrio consapevole tra rischi e benefici deve essere garantito.
- Concorrenza equa: un approccio inclusivo e allargato alle intelligenze artificiali deve essere adottato.
- Equità, responsabilità e trasparenza: queste macchine devono essere progettate in maniera equa e le persone devono essere in grado di comprenderne l’uso.
L’ultimo principio, quello dell’innovazione, è il più ambizioso e utopistico: prevede un superamento di tutti i confini per creare una piattaforma in cui i dati provenienti da ogni campo possano essere effettivamente utilizzati senza essere monopolizzati.
L’approccio giapponese all’intelligenza artificiale generativa è innovativo e controverso. Da un lato, è in linea con la visione del paese di un’IA che sia al servizio dell’uomo e che contribuisca a creare una società più equa e sostenibile. Dall’altro, solleva preoccupazioni per quanto riguarda la tutela del copyright e il rischio di discriminazione.
Solo il tempo ci dirà se questo approccio sarà un successo. Tuttavia, è chiaro che il Giappone è un paese che vuole giocare un ruolo da protagonista nello sviluppo dell’IA, e il suo approccio all’intelligenza artificiale generativa è un segnale di questo impegno.
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