La pubblicazione di un file di qualunque tipo su internet, che sia una foto, un testo, un artwork o il meccanismo di un gioco permette di rendere pubblica la propria opera e di diffonderla a un vasto pubblico, ma non garantisce la protezione contro le copie o le modifiche non autorizzate.
Il diritto di autore sui file è importante perché protegge la creatività e l’originalità degli autori, riconoscendo loro il diritto esclusivo di utilizzare, modificare, distribuire e sfruttare economicamente le loro opere. Condividere i file senza averne il consenso degli autori o senza rispettare le condizioni di licenza può violare il diritto di autore e comportare sanzioni civili e penali. Inoltre, condividere i file senza tutelare il proprio diritto di autore può esporre le opere a rischi di plagio, manipolazione, alterazione o sottrazione da parte di terzi. Per evitare questi problemi, è bene informarsi sulle norme vigenti in materia di diritto di autore e sui modi per proteggere le proprie opere, ad esempio registrandole presso appositi enti o utilizzando sistemi di watermarking o crittografia.
Tutelare il proprio diritto di autore con gli NFT
Gli NFT sono una forma di tokenizzazione degli asset digitali che si basa sulla tecnologia blockchain. Essi permettono di tracciare la proprietà e la provenienza di un file digitale, che può essere un’opera d’arte, un video, un audio o qualsiasi altro tipo di contenuto. Gli NFT sono non fungibili, ovvero non sono intercambiabili tra loro, ma sono pezzi unici e irripetibili. Gli NFT possono essere usati per tutelare la propria proprietà di un file, ma non necessariamente il diritto d’autore su di esso. Infatti, acquistando o creando un NFT, si ottiene la proprietà del token, ma non del file a cui esso si riferisce. Il file, infatti, rimane accessibile a chiunque tramite Internet e può essere copiato, modificato o distribuito senza il consenso del proprietario dell’NFT. Inoltre, il creatore del file può decidere di emettere più NFT dello stesso file, riducendone l’unicità e il valore. Gli NFT, sono solo una forma di certificazione della proprietà e della provenienza di un file, che può avere un valore economico e simbolico, ma non garantisce il controllo esclusivo sul file stesso.
I metodi più efficaci
Per tutelare la propria paternità su un file, ci sono diverse opzioni possibili, a seconda del tipo di file, del grado di sicurezza che si vuole ottenere e dei costi che si sono disposti a sostenere. Alcune delle opzioni più semplici e comuni sono:
– L’iscrizione alla SIAE, che è la società italiana che gestisce i diritti d’autore per conto degli autori e degli editori. La SIAE offre un servizio di deposito delle opere dell’ingegno, che permette di certificare la data di creazione e la paternità di un file. In particolare, la registrazione presso il Registro delle Opere Multimediali (ROM), è un servizio online offerto dalla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE). Il ROM permette di registrare le opere multimediali, come le opere audiovisive, i podcast, i webcast, ecc. La registrazione presso il ROM ha un costo variabile a seconda del tipo e della durata dell’opera e garantisce la certificazione della data di deposito e della paternità dell’opera.
– La registrazione presso un notaio, che consiste nel far redigere un verbale da un pubblico ufficiale che attesti l’esistenza e il contenuto di un file. Il verbale ha valore di prova legale e può essere usato in caso di controversie. La registrazione presso un notaio ha un costo fisso, che dipende dal numero di pagine del file e dalle tariffe del notaio.
I metodi più pratici ed economici
– La registrazione presso il Registro Pubblico delle Opere Protette (RPOP), che è un servizio online offerto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT). Il RPOP permette di registrare le opere dell’ingegno di carattere creativo, come le opere letterarie, artistiche, musicali, cinematografiche, ecc. La registrazione presso il RPOP ha un costo di pochi euro per ogni opera e garantisce la certificazione della data di deposito e della paternità dell’opera.
– La registrazione presso il Registro delle Opere Digitali (ROD), che è un servizio online offerto dalla Camera di Commercio di Roma. Il ROD permette di registrare le opere digitali, come i software, i siti web, i database, i videogiochi, ecc. La registrazione presso il ROD ha un costo inferiore ai 50 euro per ogni opera e garantisce la certificazione della data di deposito e della paternità dell’opera.
– La spedizione del file a se stessi, che consiste nel inviare una copia del file tramite posta ordinaria o elettronica certificata (PEC) al proprio indirizzo. Questo metodo permette di avere una prova della data di spedizione e di ricezione del file, ma non del suo contenuto. La spedizione del file a se stessi ha un costo basso o nullo, ma ha una validità legale limitata e contestabile.
Queste sono solo alcune delle possibili soluzioni per tutelare la propria paternità su un file, ma non sono le uniche né le più efficaci. Per avere una protezione completa e sicura, è sempre consigliabile rivolgersi a un esperto di diritto d’autore, che possa valutare il caso specifico e suggerire la strategia più adatta.
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