Tom Hiddleston riprende il suo celebre personaggio di Loki nelle nuove 6 episodi della serie TV dedicata alla variante del dio degli inganni. Insieme a lui tornano Owen Wilson, nel ruolo di Mobius, e Sophia Di Martino in quello di Sylvie. L’avventura dei tre si svolge in un vortice di eventi che minacciano la continuità del tempo, e la speranza di salvare l’universo è sempre l’ultima a morire. Loki e Mobius si sono uniti alla Time Variance Authority, e questa nuova situazione li ha portati in una serie di eventi che minacciano la continuità stessa del tempo. Quando sembra tutto perduto, Loki intraprende un viaggio alla ricerca di Sylvie e di una variante di Colui che rimane, tentando di rimediare alle sue azioni passate per poter salvare l’universo.
Giocare con il tempo è sempre pericoloso, ma gli sceneggiatori di Loki accettano questa sfida con entusiasmo e condurono la serie in maniera sorprendente! La trama appare inizialmente sospesa tra tentativi e una reale sensazione di caos e panico, saltellando spesso in modo poco lineare e ripiegandosi molteplici volte su se stessa. Tuttavia, quando si capisce che la narrazione è pensata per condurre all’unico obiettivo semplice, le cose cominciano a diventare più interessanti. Non si aspetterà una storia scoppiettante e ricca d’azione, poiché ci sono al massimo una o due inseguimenti e qualche divertente combattimento; perlopiù la trama si snoda seguendo l’evoluzione interiore del protagonista che culmina con uno dei migliori finali che la Marvel abbia proposto fino ad ora.
Tom Hiddleston è molto bravo a condurre lo spettatore avanti e indietro in questo marasma di possibilità che improvvisamente sembrano chiudersi davanti al suo personaggio; ed è altrettanto bravo a trasmettere le varie sensazioni di fretta, panico, disperazione, angoscia e frustrazione che il suo dio nordico prova via via durante la serie. Il Loki di Avengers non esiste più, e non si è neanche evoluto nel personaggio che abbiamo visto in Thor: Ragnarok. La maturazione di questa variante ha preso una piega inaspettata, giungendo ad un eroe in grado di accettare il suo destino.
Owen Wilson si conferma sempre di più un ottimo attore, e riesce a ritagliarsi il suo spazio e soprattutto a rendere più “naturali” i momenti di riflessione e di confronto con Loki. Il suo Mobius è imprescindibile per questa storia, e mi auguro di rivederlo in giro nelle prossime saghe cinematografiche Marvel perché di attori che sanno esaltare i propri personaggi e quelli dei colleghi ce n’è sempre un grande bisogno.
La presenza di Jonathan Majors, accusato di violenze lo scorso marzo, era inevitabile: le riprese della serie si erano concluse ben prima dei problemi legali in corso. L’attore americano, che veste i panni di Victor Timely e quelli di Colui che rimane, dà effettivamente una buona prova interpretando due personaggi molto diversi tra loro e dando la netta sensazione di poter fare decisamente molto di più. La Marvel non ci aveva visto male nello scegliere Majors come il Villan della prossima grande saga degli Avengers; purtroppo non poteva prevedere quello che invece è successo. Il processo per violenza sta comunque andando avanti e il prossimo 29 novembre ci saranno nuovi aggiornamenti sul caso.
Ke Huy Qua, ricordato fin da giovanissimo in Indiana Jones e Il Tempio Maledetto e in I Goonies, interpreta Ouroboros, un ingegnere della Time Variance Authority addetto alla supervisione del famoso Telaio Temporale. La sua interpretazione è azzeccatissima tanto da divenire velocemente un punto di riferimento per la stagione. Di solito un buon prodotto ha bisogno di un ottimo antagonista con cui fare i conti o con cui confrontarsi; in Loki non abbiamo nessun Villan da sconfiggere, ma abbiamo dei personaggi che interferiscono con l’andamento degli eventi principalmente per scopi personali. La mancanza di questa figura però non è un male: vista l’evoluzione della serie e quella del protagonista tutto si conclude in modo più che perfetto.
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Scritto da MarcoF
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