L’innovazione tecnologica ci sta spingendo verso un futuro che solo qualche decennio fa avremmo potuto immaginare come pura fantascienza. Ma oggi, la domanda che dovremmo porci è: stiamo davvero entrando nell’era cyberpunk che abbiamo esplorato negli ultimi decenni in tonnellate di giochi, romanzi, film e serie? Secondo Elon Musk, uno dei più grandi visionari della nostra epoca, la risposta è chiara: siamo già esseri metaumani. Affidiamo sempre di più la nostra capacità intellettiva e le nostre attività quotidiane alla tecnologia, integrandola così profondamente nella nostra esistenza da renderla una parte imprescindibile della nostra identità.
Ricordate il film I, Robot del 2004, con Will Smith? In quel futuro, l’intelligenza artificiale aveva conquistato ogni aspetto della vita quotidiana. La trama dipingeva una società interamente dipendente dai robot, fino a un punto di rottura in cui queste macchine decidevano di ribellarsi. Quella visione, a metà tra il sogno e l’incubo, sembrava lontanissima, quasi un monito esagerato sui pericoli della tecnologia. Eppure, eccoci qui, vent’anni dopo, con quel futuro che sembra sempre più a portata di mano. Fa anche sorridere il fatto che il regista del film, Alex Proyas ha recentemente chiamato in causa Elon Musk colpevole, secondo l’artista, di aver copiato i design dei suoi robot e veicoli nel nuovo prototipo Tesla, in particolare il robot umanoide Optimus e i veicoli autonomi Cybercab e Robovan. Proyas ha ironicamente chiesto su social media: “Ehi Elon, posso riavere indietro i miei design?”. Le somiglianze hanno acceso un dibattito tra i fan, con alcuni che sostengono le accuse e altri che difendono Tesla. Né Musk né Tesla hanno risposto ufficialmente, mentre Proyas continua a lavorare su un nuovo progetto di fantascienza chiamato R.U.R..
Nonostante questa diatriba social, Elon Musk, insieme a Tesla, ha recentemente svelato nuovi progetti che sembrano essere stati estrapolati direttamente da una pellicola sci-fi: Cybercab, RobotVan e Optimus, un vero e proprio robot umanoide. Non sono solo idee vaghe o concetti futuristici, ma progetti in corso che potrebbero diventare realtà in tempi brevi. D’un tratto, il mondo ipotizzato in I, Robot non appare più così distante. Al contrario, sembra che ci stiamo avvicinando velocemente.
Ovviamente, siamo ancora lontani da un’invasione robotica su scala globale. Alcune di queste innovazioni richiederanno anni prima di raggiungere il mercato su larga scala. Ma i segnali sono già evidenti: minibus elettrici a guida autonoma operano in diverse città all’avanguardia, e i veicoli a guida autonoma per le consegne sono già una realtà consolidata da qualche anno. Non stiamo più parlando di un futuro remoto; il cambiamento è qui, sotto i nostri occhi, ed evolve a una velocità impressionante.
Ma la questione più intrigante non è solo l’evoluzione tecnologica dei veicoli autonomi o dei robot umanoidi. Pensate invece al modo in cui viviamo le nostre vite quotidiane.
Come suggerisce Musk, siamo già cyborg in una certa misura: la nostra memoria è esternalizzata in dispositivi come smartphone e computer, che utilizziamo per ricordare numeri di telefono, appuntamenti e persino per gestire intere conversazioni. Non memorizziamo più informazioni fondamentali; affidiamo questi compiti alla tecnologia che ci circonda. È un segno che stiamo già delegando porzioni significative delle nostre capacità cognitive.
E se questo fosse solo l’inizio?
Il transumanismo, una corrente di pensiero supportata dallo stesso Musk, promuove l’idea che le tecnologie avanzate possano migliorare le capacità fisiche e mentali degli esseri umani. L’intelligenza artificiale e le interfacce neurali potrebbero diventare presto estensioni delle nostre menti, permettendoci di potenziare il nostro pensiero, la nostra creatività e persino la nostra memoria. In altre parole, potremmo spingerci oltre i limiti biologici che finora ci hanno definiti.
Ma ogni salto tecnologico ha un prezzo, e se sei un fan di opere come Akira, Ghost in the Shell o Cyberpunk 2077, saprai bene che non si tratta solo di potenzialità incredibili. Le storie che ci hanno affascinato per anni con mondi futuristici ci hanno anche avvertito delle conseguenze di una società cyborg. L’evoluzione tecnologica senza una riflessione etica e sociale potrebbe condurre a distopie oscure, dove la linea tra umano e macchina diventa sempre più sfumata.
Le implicazioni etiche di questo cambiamento sono profondamente complesse. Stiamo parlando di un futuro in cui potremmo non solo delegare compiti banali come ricordare un numero di telefono, ma anche il pensiero stesso. Potremmo perdere il controllo della nostra identità, affidandola a tecnologie di cui non comprendiamo appieno i rischi. L’idea di diventare dei super-esseri con capacità cognitive potenziate è affascinante, ma a quale costo?
Come nerd e appassionati di fantascienza, abbiamo imparato che l’innovazione tecnologica, per quanto incredibile, porta con sé la necessità di una profonda riflessione. Elon Musk ci dice che siamo già nel futuro cyberpunk, e forse è vero. Ma è cruciale che ci chiediamo se vogliamo davvero abbracciare questa evoluzione senza riserve. Il futuro che sogniamo può essere radioso, ma come insegna la migliore tradizione distopica, dobbiamo essere pronti a riflettere su cosa stiamo sacrificando lungo la strada.
Siamo già nel futuro, ma dobbiamo chiederci: quale versione di quel futuro stiamo creando?
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