L’universo narrativo di Star Wars è sempre stato fonte di grande fascino e passione per milioni di fan in tutto il mondo. Tuttavia, da quando la Disney ha acquisito i diritti della saga, le reazioni dei fan sono state contrastanti e spesso negative. Molti si sono lamentati della qualità delle nuove produzioni, accusandole di essere poco originali, incoerenti e prive di epica. Ma cosa significa esattamente questo? E perché le nuove storie non riescono a convincere i fan più esigenti?
Star Wars e l’epica
Star Wars nasce come un omaggio alla narrativa fantasy, alla fiaba e all’epica. George Lucas si ispira a miti, leggende e archetipi universali per creare un mondo fantastico ambientato nello spazio, dove si scontrano il bene e il male, la luce e l’oscurità, l’ordine e il caos. Il protagonista è un eroe che deve compiere un’impresa straordinaria, affrontando prove, ostacoli e nemici. Lungo il suo cammino, l’eroe incontra alleati, mentori, amici e rivali, che lo aiutano o lo ostacolano nella sua missione. L’eroe deve anche affrontare una crisi interiore, che lo porta a mettere in discussione se stesso, i suoi valori e il suo destino. Questo è il famoso “cammino dell’eroe”, un modello narrativo che si ritrova in molte opere letterarie e cinematografiche.
Nella trilogia originale di Star Wars, l’eroe è Luke Skywalker, un giovane contadino che scopre di essere il figlio di Darth Vader, il più temibile signore dei Sith. Luke deve imparare a usare la Forza, un potere misterioso che pervade l’universo, e a combattere contro l’Impero Galattico, una tirannia spietata che vuole dominare la galassia. Luke si unisce alla Ribellione, un movimento di resistenza guidato dalla principessa Leia Organa, e diventa amico di Han Solo, un contrabbandiere spaziale, e Chewbacca, un guerriero wookiee. Insieme affrontano avventure pericolose e spettacolari, come la distruzione della Morte Nera, la base spaziale dell’Impero; la battaglia di Hoth, dove i ribelli devono sfuggire all’attacco delle forze imperiali; la fuga da Bespin, dove Luke affronta per la prima volta Vader; e la battaglia di Endor, dove Luke deve decidere se uccidere o salvare suo padre.
Nella trilogia prequel di Star Wars, l’eroe è Anakin Skywalker, il padre di Luke. Anakin è un bambino schiavo che viene liberato da Obi-Wan Kenobi, un maestro Jedi che lo prende come suo apprendista. Anakin dimostra di avere grandi doti nella Forza e nel pilotaggio, ma anche una personalità impulsiva e ribelle. Anakin si innamora segretamente di Padmé Amidala, una giovane regina e senatrice della Repubblica Galattica. Anakin deve affrontare le minacce dei Separatisti, una fazione che vuole rompere con la Repubblica; del Conte Dooku, un ex Jedi passato al lato oscuro della Forza; e del Generale Grievous, un cyborg comandante dei droidi da battaglia. Anakin deve anche fare i conti con le sue paure, le sue ambizioni e le sue tentazioni, che lo portano a tradire i Jedi e ad allearsi con Palpatine, il cancelliere supremo della Repubblica che si rivela essere il malvagio Sith Darth Sidious.
In entrambe le trilogie si può notare come l’epica sia presente sia nel piano esterno sia in quello interno della narrazione. Il piano esterno riguarda le azioni e gli eventi che coinvolgono i personaggi e il mondo in cui vivono. Il piano interno riguarda i sentimenti e i pensieri dei personaggi e il loro sviluppo psicologico. Entrambi i piani sono importanti per creare una storia avvincente e coinvolgente, che faccia emozionare e riflettere lo spettatore. Inoltre, entrambe le trilogie hanno degli antagonisti forti e credibili, che rappresentano una minaccia reale e costante per gli eroi. L’Impero, Vader, Palpatine, Dooku e Grievous sono nemici temibili e carismatici, che mettono in difficoltà gli eroi e li costringono a dare il meglio di sé.
Star Wars e la Disney
La situazione cambia radicalmente con la trilogia sequel di Star Wars, prodotta dalla Disney dopo l’acquisizione dei diritti della saga nel 2012. La trilogia sequel è ambientata trent’anni dopo la fine della trilogia originale e segue le vicende di una nuova generazione di eroi e di nemici. I protagonisti sono Rey, una giovane raccoglitrice di rottami che scopre di avere un legame con la Forza; Finn, un ex stormtrooper che si ribella al Primo Ordine, il successore dell’Impero; Poe Dameron, un pilota ribelle; e Kylo Ren, il figlio di Han Solo e Leia Organa, che ha abbracciato il lato oscuro della Forza e si è unito al Primo Ordine. I quattro devono affrontare le forze del Primo Ordine, guidate dal misterioso Leader Supremo Snoke, e la minaccia del ritorno di Palpatine, che vuole creare un Impero Eterno.
La trilogia sequel ha ricevuto molte critiche da parte dei fan di Star Wars, che l’hanno accusata di essere poco originale, incoerente e priva di epica. Vediamo perché.
Poco originale: la trilogia sequel riprende molti elementi della trilogia originale, senza aggiungere nulla di nuovo o di sorprendente. La trama è sostanzialmente la stessa: un gruppo di ribelli deve combattere contro una potenza militare superiore che vuole dominare la galassia; un giovane eroe scopre di avere un legame con la Forza e deve affrontare il suo destino; un cattivo mascherato si rivela essere il figlio di uno dei protagonisti precedenti; una super arma spaziale viene distrutta dai ribelli; un vecchio maestro Jedi si sacrifica per aiutare gli eroi; un imperatore malvagio cerca di sedurre l’eroe al lato oscuro della Forza. La sensazione è quella di assistere a una copia sbiadita della trilogia originale, senza la stessa freschezza e originalità.
Incoerente: la trilogia sequel non ha una visione unitaria e coerente della storia e dei personaggi. Ogni film sembra andare per conto suo, senza seguire una linea narrativa chiara e logica. Il primo film, Il risveglio della Forza, introduce dei personaggi e delle situazioni interessanti, ma lascia molte domande senza risposta: chi è Snoke? Da dove viene il Primo Ordine? Qual è il ruolo della Nuova Repubblica? Chi sono i genitori di Rey? Perché Luke si è isolato? Il secondo film, Gli ultimi Jedi, cerca di rispondere a queste domande in modo sorprendente e provocatorio, ma anche deludente e frustrante: Snoke muore senza spiegare chi sia; il Primo Ordine distrugge la Nuova Repubblica senza incontrare resistenza; i genitori di Rey sono dei nullità; Luke si è isolato perché ha perso fiducia nei Jedi; Kylo Ren tradisce Snoke ma non si redime. Il terzo film, L’ascesa di Skywalker, cerca di rimediare ai problemi del secondo film, ma lo fa in modo confuso e forzato: Snoke era una creazione di Palpatine; il Primo Ordine è solo una parte dell’Impero Eterno di Palpatine; i genitori di Rey erano dei nobili Jedi; Luke si scusa per aver abbandonato i suoi amici; Kylo Ren si redime grazie all’amore di Rey. Il risultato è una trilogia che non ha una direzione precisa e che cambia continuamente idea su cosa voglia raccontare.
Priva di epica: la trilogia sequel non riesce a creare
Questo schema narrativo che fa acqua da tutte le parti come una rete Gungam, è presente in molte altre opere Star Wars. Prendiamo per esempio ” The book of Boba Feet”. Boba Fett, trasformatosi da temuto e spietato cacciatore di taglie in un generoso benefattore decide di difendere il suo dominio dalla gilda. Il nemico è agguerrito, la situazione disperata. Si decide di dar retta alla prima hippy che passa e organizzare il proprio QG nel posto meno difendibile del pianeta perchè loro hanno ragione e gli altri torto. Gli alleati tradiscono Feet, ma questo sembra non cambiare le carte in tavola. Scendono in campo due droidi protetti da scudi. Droidi di questo genere più piccoli e meno armati misero Qui Gon e Obi Wan in una “situazione di stallo”, ma in questo caso nessuno si pone il problema. Il gruppo spara con armi di piccolo calibro, i droidi rispondono al fuoco ma non muore nessuno.
Infine proviamo ad analizzare la fine di Episodio IX. Palpatine ha rimesso in moto la sua flotta “nascosta”. Migliaia di Star Destroyer che risorgono dalle viscere del pianeta. Gli equipaggi risorgono anch’essi con le navi così non è chiaro se siano poveri diavoli rimasti li ad aspettare da decenni senza acqua ne cibo ma con divise impeccabili o più credibili fantasmi di forza. Il geniale pirata Poe inizia ad ingaggiare la flotta rendendosi conto che “Forse” non potrà farcela da solo e si pente della sua protervia. Poi la flotta viene ingaggiata da naviglio vario. Non serve nemmeno una nave da guerra. Palpatine è un idiota perchè la sua flotta non vale niente. A nulla servono i fulmini di forza se non a danneggiare la sua stessa inutile flotta.
Ci si ferma quindi a pensare: Davvero quei 15-20 ribelli ( ribelli di cosa poi?) scampati a Craig hanno potuto ricostruire da soli la resistenza al primo ordine? E se non erano i soli allora la resistenza si sarebbe potuta ricostruire anche con il loro sacrificio. Così come Boba Fett in realtà aveva già vinto la battaglia, visto che nonostante tutto sia andato storto, alla fine comunque ha trionfato senza alcun vero danno. Infine, e questo rende tutta la trilogia sequel “inutile” ci si chiede: che razza di pericolo poteva essere il ritorno di Palpatine se sarebbe bastato un singolo manipolo di astronavi armate alla bene e meglio e senza un comando militare per sbaragliare la sua intera flotta?
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