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Manuele Fior: l’arte del Graphic Novel

Manuele Fior, artista di respiro internazionale, è uno dei disegnatori più apprezzati in Italia e all’estero, nasce a Cesena nel 1975, nel 2000 si laurea in architettura a Venezia e successivamente si trasferisce a Berlino, dove lavora come architetto e illustratore. Nel 2001 inizia la collaborazione con l’editore Avant-Verlag. Nel 2005 si trasferisce a Oslo, per poi spostarsi a Parigi e Venezia. Produce diverse storie brevi, apparse sulle riviste Black, Bile Noire, Stripburger, Forresten, Osmosa. Con le sue illustrazioni collabora con grandi riviste come The New Yorker, Vanity Fair, e quotidiani come la Repubblica, Le Monde e Il Sole 24 Ore, e case editrici come Feltrinelli, Einaudi, EL. Nel 2017 ha raccolto e commentato le sue illustrazioni ne L’ora dei miraggi, pubblicato da Oblomov Edizioni. 

Nel 2011 con il graphic novel Cinquemila chilometri al secondo, pubblicato nel 2010 con Coconino Press, ha vinto il premio Fauve d’Or come Miglior Album al Festival Internazionale di Angoulême. La sua opera L’intervista, pubblicata con Coconino Press nel 2013 e con Oblomov nel 2019, segna il suo esordio nel bianco e nero. Con la casa editrice Coconino Press, ha inoltre pubblicato Le variazioni d’Orsay, nel 2015, la raccolta di racconti brevi I giorni della merla, nel 2016, e il racconto illustrato, La signorina Else, nel 2009, tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler e Rosso Oltremare pubblicato con Coconino Press nel 2006.

Manuele Fior, nel 2020, pubblica con Oblomov edizioni Celestia, opera in cui rivisita le origini di Venezia in chiave fantascientifica attraverso la storia di due ragazzi in fuga da loro stessi, dalle proprie paure, in cerca del proprio ruolo in un’epoca di grandi mutamenti. Il suo ultimo graphic novel è Hypericon, uscito nel 2022 per Coconino Press, in cui torna a raccontare le vibrazioni della giovinezza, le inquietudini del cuore, i legami più forti dello scorrere del tempo. La meravigliosa storia d’amore tra Ruben e Teresa, nella Berlino di fine anni Novanta, si alterna con quella di Howard Carter che, nello scetticismo generale, nel 1922 porta alla luce la tomba di Tutankhamen avvolta nell’oscurità da oltre tremila anni.

Redazione

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