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Chi è Vincent van Gogh?

Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers. Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose “Lettere” al fratello Theo van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.

Cresciuto da un padre pastore protestante, la sua formazione è stata segnata dagli studi irregolari e da un impiego come commesso nella casa d’arte Goupil, che lo ha portato dall’Aja a Londra e a Parigi. Tuttavia, la sua ambizione di diventare un predicatore e un missionario è stata respinta e van Gogh ha trovato consolazione solo nell’arte.

A partire dal 1879, il disegno ha iniziato a giocare un ruolo sempre più importante nella sua vita, ridisegnando opere di altri artisti e studiando figure e contadini dopo le lezioni a Bruxelles e all’Aja. Solo nel 1881 van Gogh ha finalmente deciso di dedicarsi completamente alla pittura, e in meno di dieci anni ha prodotto un’enorme quantità di opere che hanno rivoluzionato la cultura artistica europea. La sua formazione è stata influenzata dal realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e dal messaggio etico e sociale di Jean-François Millet.

Nel settembre del 1883 si è trasferito nel nord dei Paesi Bassi, nella regione della Drenthe, ritraendo il duro lavoro degli operai e dei contadini. Successivamente, si è trasferito a Nuenen nel Brabante, dove ha prodotto quasi duecento quadri, oltre a numerosi acquerelli e disegni. I suoi soggetti principali sono stati i tessitori al lavoro, il villaggio di Nuenen e, naturalmente, i contadini, tra cui spicca il capolavoro “I mangiatori di patate” del suo periodo olandese, per cui ha realizzato studi dettagliati e che ha completato nel 1885. Un breve viaggio ad Amsterdam ha permesso a van Gogh di riscoprire gli ideali formali di Frans Hals e Rembrandt al Rijksmuseum. Nel novembre del 1885 si è trasferito ad Anversa per seguire i corsi dell’Accademia, apprezzando il vivace colorismo di Rubens. Inoltre, si è interessato alle stampe giapponesi, acquistandone una vasta quantità che ha portato ovunque con sé.

Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino. Tutte queste sono espressione della grandezza e dell’intenso rapporto con la verità del mondo di Van Gogh.

Nel febbraio del 1886, si è trasferito a Parigi, vivendo nell’appartamento del fratello Theo. In questa città ha conosciuto molti artisti, compresi Émile Bernard ed Henri de Toulouse-Lautrec, che condividevano la sua insofferenza verso i tradizionalismi. Ha stabilito anche importanti amicizie con Monet, Renoir, Degas, Pissarro, Sisley e i pointillistes Seurat e Signac. Durante questo periodo, van Gogh ha cercato di introdurre colori più chiari nelle sue opere, dipingendo vedute di città, autoritratti e nature morte.

Nell’inverno del 1886, ha fatto amicizia con Paul Gauguin, un pittore proveniente da Pont-Aven, in Bretagna. Successivamente, ha lavorato con lui ad Asnières, sulle rive della Senna. Durante questo periodo, ha frequentato il Café du Tambourin sul boulevard de Clichy, intrattenendo una relazione sentimentale con la proprietaria, Agostina Segatori, che ha ritratto in un celebre quadro. Nel 1887, ha organizzato una mostra per riunire tutti i suoi amici artisti, tra cui Bernard, Gauguin e Anquetin.

Durante il soggiorno parigino, Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.
Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.

L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Nel febbraio del 1888, attratto dalla luce e dai colori intensi, van Gogh si è trasferito ad Arles, in Provenza, dove ha realizzato numerosi dipinti, disegni e acquerelli. Durante il suo soggiorno ad Arles, ha creato capolavori come “La sedia di Vincent”, “La camera di Vincent ad Arles”, “Il caffè di notte”, “Terrazza del caffè la sera”, “Place du Forum, Arles” e “Notte stellata sul Rodano”, oltre alla famosa serie dei “Girasoli”. Nel settembre dello stesso anno, si è trasferito nella Casa gialla, dove sognava di fondare l’Atelier du Midi, una comunità solidale di artisti. Ha invitato Gauguin ad unirsi a lui ad Arles, ma le loro differenze caratteriali e artistiche hanno reso la convivenza impossibile. Le discussioni si sono trasformate in un tragico episodio nel dicembre del 1888, quando van Gogh si è mutilato un orecchio.

Gauguin ha lasciato Arles e, nel maggio 1889, van Gogh si è volontariamente internato nella Maison de Santé di Saint-Rémy-de-Provence, un ospedale psichiatrico situato a una ventina di chilometri da Arles. Nonostante la sua reclusione, è rimasto incredibilmente produttivo, creando centoquaranta dipinti, raffiguranti contadini, paesaggi con vigneti luminosi e uliveti grigio-argentei intorno a Saint-Rémy. Durante questo periodo ha dipinto capolavori come “La notte stellata” e numerosi ritratti, tra cui spiccano quelli dedicati all’Arlesiana M.me Ginoux. Il 16 maggio 1890, van Gogh ha lasciato definitivamente Saint-Rémy per raggiungere il fratello Theo a Parigi, dove ha finalmente incontrato per la prima volta il nipotino e la cognata.

Successivamente, si è trasferito ad Auvers-sur-Oise, un villaggio vicino a Parigi, dove era stato raccomandato al dottor Paul-Ferdinand Gachet per ricevere cure. Ha alloggiato nel caffè-locanda gestito dai coniugi Ravoux, nella piazza del Municipio. Durante questo periodo ha dipinto ritratti del dottor Gachet, paesaggi con case di contadini e campi di grano, giardini e fiori dalle tonalità vibranti. Poi, il 27 luglio 1890, una domenica come tante, dopo aver dipinto i suoi quadri come al solito nelle campagne circostanti il paese, van Gogh si è sparato un colpo di rivoltella. È morto due giorni dopo, assistito dal fratello Theo, all’età di 37 anni. I due fratelli sono stati sepolti uno accanto all’altro ad Auvers-sur-Oise, perpetuando così l’inestinguibile legame che li ha uniti per tutta la vita.

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

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