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300: preparatevi alla Gloria

Immagini fantastiche di un mondo antico sovrastano lo schermo ingiallito dai pixel trasbordanti. Sulla collina si intravede un manipolo di soldati, portatori di sventura con in braccio salme di re caduti in battaglia. Il tempo si ferma ad apprezzare l’antica Sparta in tutti i suoi calcoli. Perché solo di calcoli si parla, calcoli che solo un potente computer americano sa fare. Immagino i giorni di lavorazione quanti saranno stati: due, tre e mezzo? Un manipolo di uomini accerchiati tutto il giorno da un verde acceso, a fare finta di fare la guerra, come quando si era bambini e le mura della nostra stanza potevano trasformarsi nel castello del drago, per farla poetica. Detto questo, concludiamo questo pensiero dicendo: non andate al cinema se vi aspettate un pamphlet, stile anni 60 ( infatti “ The 300 spartans” è un film del 62’), non ha nessuna affinità con la storia questo film ( Da segnalare i soldati spartani che parlano di nazione quando ancora non si sapeva il significato di questa parola), neanche con il cinema ha affinità.

Un cartone animato, ecco la parola giusta, tutto digitale con degli omaccioni in mutande. Vi ricordate Roger Rabbit? Ecco, pensate a Roger con tanto di spadone, lancia, scudo, muscoli e mutandone che squarta dei poveri barbari mandati da un re che è il “ re dei re” : un essere mitologico metà buttafuori e metà DrugQueen. Il regista non si è sprecato proprio, non ha fatto neanche una ripresa a un albero, tutto è computerizzato; almeno,  all’inizio, si nota una parte di muro vero della città Spartana e dietro una meravigliosa scenografia della città, con dietro un togli-fiato cielo rosso sangue.

In più, c’è da aggiungere che il film è basato sull’opera di Frank Miller (quello di Sin City) quindi ha risparmiato anche sullo storyboard. (ometto il nome del regista proprio per spingervi ad  andarlo  a cercare e informarvi sulla sua carriera, dico solo che  ha fatto un film sugli zombi scopiazzando il bellissimo “ 28 giorni dopo” di Boyle). Non vorrei parlare di tutte le ripercussioni che ha avuto sul presente questo film di carattere politico. Probabilmente l’autore ( si dai chiamiamolo cosi) non si è sprecato a fraintendimenti quando per bocca degli spartani sparava a zero sui zozzi e brutti Persiani e sui machi e muscolosi greci. Una cosa molto Occidente vs. Oriente.

 

Non ha cercato neanche di camuffare tramite l’introduzione di metafore la linea di pensiero del film. Serse I siede su un trono dorato, trainato da schiavi con due tori ( se qualcuno ricorda “ I dieci comandamenti “ , le effigi che attorniano Serse sono molto simili a quel dio pagano costruito nel film di De Mille). I discorsi degli ateniesi/spartani a volte sono pomposi, parlano in versi, poi si trasformano in agricoltori texani. Sono molto belle a vedere le scene di battaglia, ti prendono, un’iniezione di adrenalina, poi ci accorgiamo che è il bracciolo della sedia quello che stringiamo e non il joypad della playstation 3.

 I Persiani sono caratterizzati in modo sopraffino, gli immortali, la guardia personale di Serse I sono letali assassini con maschere dorate, il resto dell’esercito dei puzzoni. In fin dei conti, se lo si va a gustare  come se fosse un film leggero, è piacevole, però bisogna omettere i dialoghi, il fatto che Erodoto si sta rivoltando nella tomba, e che alla fine, ed la cosa più giusta da dire per salvare il film, che deriva da un fumetto e quindi bisogna andarlo a vedere come tale, un fumettone che si muove sullo schermo. Ultima battutina cattiva al film: in Manhattan Woody  Allen diceva che appena sentiva Wagner gli veniva voglia di invadere la Polonia. Allora vedendo 300 vien  quasi voglia di invadere la Persia che, se ancora non si è capito, è l’Iran.

di Giulio Cangiano

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