115 anni del Corriere dei Piccoli

Il 27 dicembre 1908 è la data d’inizio della straordinaria avventura del Corriere dei Piccoli, quando il primo numero del nuovo giornalino appare nelle edicole di tutta Italia, a 10 centesimi. Sotto la testata, disegnata dal geniale Antonio Rubino, appare l’indicazione “supplemento illustrato del Corriere della Sera”, il principale quotidiano italiano. Si conclude così una lunga gestazione, che si ispira in parte ai supplementi domenicali dei quotidiani statunitensi, tenendo conto di precursori italiani come il Giornale per i bambini (dove era nato Pinocchio) e il Giornalino della domenica di Vamba (dove appariva a puntate il “Giornalino di Gianburrasca”).

Il progetto è di una sociologa e scrittrice, collaboratrice del Giornalino della domenica: Paola Lombroso, figlia del celebre scienziato Cesare. Ai racconti in testo, alle rubriche e alle illustrazioni si affiancano i fumetti (come verranno chiamati soltanto decenni più tardi), quei “comics” che già da una decina d’anni stanno riscuotendo grande successo negli Stati Uniti. Una preziosa corrispondenza in proposito è conservata a Milano dalla Fondazione Corriere della Sera. Al direttore del Corriere della Sera, Luigi Albertini, l’idea piace, ma è indeciso sull’affidare un progetto così importante a una donna… così coinvolge Silvio Spaventa Filippi, già impegnato nel  quotidiano e nelle altre testate supplementari, mentre a Paola Lombroso, 37 anni, coetanea dello Spaventa Filippi, nota al grande pubblico anche sotto lo pseudonimo di Zia Mariù, viene affidata la rubrica delle Lettere del nascente Corriere dei Piccoli. Paola Lombroso lascia la redazione nel 1912 disgustata dal sostegno del giornale alla conquista della Libia, ma rimane un punto di riferimento per la letteratura e per la didattica fino alle “leggi razziali” del 1938, che feriscono a sangue anche gli ambienti culturali e la migliore editoria italiana.

Per molti anni, dal 1908 al secondo Dopoguerra, sul Corriere dei Piccoli non vengono pubblicati i fumetti come li conosciamo oggi: al posto delle familiari nuvolette ci sono delle agili strofe in rima, poste sotto ogni vignetta, che raccontano e commentano. I memorabili testi del Corrierino saranno una delle ragioni dello straordinario successo del nuovo giornale e dei suoi indimenticabili personaggi, creati dai maggiori artisti italiani o provenienti da oltreoceano. Citiamo tra gli italiani Bilbolbul di Attilio Mussino (primo personaggio italiano, appare nel mitico n. 1), Quadratino di Antonio Rubino, il protobalilla Schizzo di Mussino che ci accompagna alla Prima guerra mondiale, il popolare e fortunatissimo Signor Bonaventura di Sto (l’attore e scrittore Sergio Tofano) nato nel 1917 e continuato fino agli anni Ottanta, e ancora Marmittone di Angoletta… Dagli Stati Uniti ne arrivano molti, da Buster Brown (da noi ribattezzato Mimmo, già in copertina nel primo numero) al gatto Felix, da Fortunello ad Arcibaldo e Petronilla, senza dimenticare Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò con Tordella

La formula del giornalino si mantiene praticamente inalterata per molti anni: racconti, romanzi a puntate, poesie, rubriche e storie illustrate vengono alternate sapientemente fino alla Seconda Guerra Mondiale, uno spartiacque importante per la storia del Corriere dei Piccoli, che dopo il 25 aprile 1945 deve cambiare nome (soltanto per un anno) diventando Giornale dei Piccoli, e nel 1947 pubblica la prima storia con le nuvolette, “Il labirinto della morte”, disegnata da Nadir Quinto. Le pagine si riempiono di disegni di Grazia Nidasio e Leo Cimpellin, vere colonne redazionali per anni, oltre che autori eccellenti. Negli anni Cinquanta e Sessanta lo spazio dedicato ai fumetti aumenta o diminuisce a seconda della sensibilità e del gusto dei direttori che si avvicendano, mentre il primo vero restyling della testata è nel 1968. Ancor più importante è quanto accade nel gennaio 1972, quando la testata Corriere dei Piccoli viene “pensionata” e sostituita dal nuovo Corriere dei Ragazzi, rivista di eccellente qualità rivolta a un lettore adolescente, che mantiene comunque un modesto allegato con il vecchio storico nome. A furor di popolo la gloriosa testata originale riacquista presto la sua autonomia, nel corso dell’anno, riprendendo a crescere di pagine e contenuti. Per qualche anno le due testate corrono parallele, ma il Corriere dei Ragazzi viene prima modificato e ridimensionato, poi definitivamente chiuso nel 1984, mentre il Corriere dei Piccoli prosegue negli anni Ottanta e Novanta, con uno spazio sempre maggiore dato ai personaggi della televisione, in particolar modo dei disegni animati giapponesi. Dopo un altro cambio di nome nel 1992, con il Corriere dei Piccoli che diventa Corrierino, per di più trasformato negli ultimi mesi in un economico tabloid, finalmente la grande storica pubblicazione viene chiusa il 15 agosto 1995

Dal “Qui comincia l’avventura…” del Signor Bonaventura di Sergio Tofano al “Sor Pampurio arcicontento del suo nuovo appartamento” del Sor Pampurio di Carlo Bisi, i personaggi del Corrierino hanno lasciato traccia nell’immaginario collettivo anche per i testi che ne scandiscono le avventure. Oltre al Signor Bonaventura e a Sor Pampurio si possono ricordare Pier Cloruro de’ Lambicchi di Giovanni Manca (con la magica arcivernice che dà vita alle immagini), Marmittone di Bruno Angoletta, il Prode Anselmo di Mario Pompei, Bilbolbul di Attilio Mussino, Quadratino di Antonio Rubino e tantissimi altri. Un altro aspetto fondamentale del Corriere dei piccoli è stato l’approccio adottato da tutti coloro che vi hanno collaborato: l’idea di mettersi dalla parte del giovane lettore, senza condiscendenza ma dandogli ogni settimana qualcosa da leggere e godersi con partecipazione. Il Corriere dei Piccoli ospita così grandi firme della letteratura italiana e del giornalismo, da Luigi Barzini a Mino Milani, da Dino Buzzati a Gianni Rodari, in racconti, romanzi a puntate, fiabe e favole spesso illustrate dai grandi artisti del settimanale.

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